Nell'unità precedente abbiamo visto in che modo funziona la comunicazione verbale secondo Jakobsón. Perché fosse chiaro il triangolo
fondamentale di questo schema della comunicazione, ci siamo soffermati sui tre poli del mittente, del contesto e del destinatario, anche perché, come si
è visto, la funzione referenziale è determinante per completare il senso di un enunciato che, per criteri di economicità, non dice mai tutto, dando alcuni
aspetti del contesto per scontati. Le funzioni emotiva e conativa sono pure fondamentali, la prima per il ruolo che il mittente svolge nella comunicazione,
la seconda per l'atteggiamento tenuto dalla comunicazione nei confronti del destinatario.
Le modalità fondamentali di costruzione dell'enunciato
Per continuare il nostro ragionamento sulla comunicazione verbale, è necessario considerare i due procedimenti fondamentali che impieghiamo per
mettere insieme una frase.
Esperimenti realizzati su soggetti affetti da afasia hanno dimostrato che i due emisferi del cervello, destro e sinistro, presiedono a due diverse
funzioni. L'emisfero sinistro presiede alla selezione paradigmatica delle parole, mentre l'emisfero destro presiede alla combinazione
sintagmatica 1. Vediamo in termini semplici che cosa significa.
Immaginiamo che lo schema seguente rappresenti una slot machine, tirando la cui leva si fanno scorrere delle ruote che riportano parole
diverse, fino al loro arresto e quindi alla formazione di un insieme di parole. Solo che la nostra slot machine ci permette di vedere anche tutte le
parole che non figurano nella finestra centrale, quella che dà vita all'enunciato che comincia con Giampaolo.
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Alfredo |
ama |
Gertrude |
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Chi |
tocca |
la pasta? |
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Lui |
si gioca |
la camicia |
alle carte |
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Giampaolo |
dirige |
l'azienda |
di caffè |
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Ora |
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vado |
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a comprare |
il giornale |
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Imparare |
comporta |
fatica |
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hai reso |
Che cosa |
a Matilde? |
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1 Jakobsón 1980.
Osserviamo innanzitutto lo schema in senso orizzontale della prima riga. La mente del mittente che vuole esprimere un concetto
comincia, supponiamo, con il cercare qual è il soggetto dell'azione. Cercando compie un'operazione di tipo selettivo finché non giunge alla
parola «Alfredo», che è quella che soddisfa il suo bisogno di comunicazione in quel momento. Per procedere nell'espressione, il mittente deve
a questo punto porsi un problema di tipo sintattico: dopo la parola «Alfredo», che tipi di parole potrebbero figurare secondo le regole grammaticali
della lingua italiana? ponendosi questo problema compie un'operazione di tipo combinatorio. Le possibilità sono numerose, ma quella di gran lunga più
probabile è che dopo il soggetto compaia un verbo. A questo punto il mittente passa mentalmente in rassegna tutti i verbi che conosce, (operazione
selettiva) individua quello che fa al caso suo (amare) e lo coniuga nel modo necessario. Per arrivare a Gertrude deve nuovamente svolgere un'operazione
combinatoria (che gli impedisce di dire, poniamo, «Alfredo ama quantunque») e una selettiva fino a giungere a «Gertrude».
Le slot machine non sono dotate di capacità combinatoria. O meglio, combinano a casaccio quello che è impresso sulle ruote attigue,
senza porsi problemi sintattici o costruttivi. Se fossero umane, si direbbe che hanno un'afasia che interessa l'emisfero destro. La nostra slot
machine infatti potrebbe produrre espressioni incomprensibili come «Imparare tocca fatica alle carte», oppure «Ora imparare ama l'azienda
a Matilde?». In altri termini, la slot machine ha capacità paradigmatica (basta tirare la leva che si passa in rassegna tutto il repertorio di
possibilità), ma non sintagmatica (infatti combina le parole a casaccio).
Quando invece un afasico è colpito all'emisfero sinistro, la capacità che gli viene meno è quella paradigmatica, ossia non è in grado
di consultare il repertorio di possibilità.
Tutti gli atti linguistici, come genialmente ha capito Jakobsón, rielaborando concetti parzialmente individuati da de Saussure, vertono intorno
alla capacità di combinazione e selezione.
Per quanto riguarda la combinazione (asse sintagmatico, orizzontale, metonimico), una parola sta in relazione a quella successiva per contiguità.
Nella frase «Giampaolo dirige l'azienda di caffè», tra «Giampaolo» e «dirige» non c'è nessun rapporto di somiglianza,
ma solo di vicinanza, e le due parole sono combinabili. Lo stesso si dica per «dirige» e «l'azienda» e «l'azienda»
e «di caffè».
Per quanto riguarda la selezione (asse paradigmatico, verticale, metaforico), una parola sta in relazione alle altre (di sopra e di sotto nel
nostro modello) per similarità
La metonimia è una figura retorica fondata sulla relazione di contiguità tra termine letterale e termine traslato. Per esempio,
«Si guadagna il pane col sudore della fronte» sta al posto di «Si guadagna il pane col lavoro che causa il sudore della
fronte». Come si vede, il passaggio (sottrazione) è di tipo sintagmatico.
La metafora è invece una similitudine senza esplicitazione dei termini del paragone. «Capelli d'oro» è una metafora a cui si arriva dopo
avere paragonato implicitamente il colore dei capelli al colore dell'oro, operazione logica di tipo
paradigmatico 2.
Questi concetti sono indispensabili per affrontare, nella prossima unità, le altre tre funzioni della comunicazione verbale.
2 Marchese 1991, p. 186, 187, 190, 191.
Bibliografia
JAKOBSÓN R. Brain and Language. Cerebral Hemispheres and Linguistic Structure in Mutual Light. Columbus (Ohio), Slavica, 1980. ISBN 0-89357-068-0.
JAKOBSÓN R. Essais de linguistique générale. vol. 2, Rapports internes et externes du langage. Paris. Les Editions de Minuit, 1973.
JAKOBSÓN R. Linguistics and poetics. In Language in Literature. A cura di K. Pomorska e S. Rudy, p. 62-94. Cambridge (Massachusetts), Harvard University Press,
1987. Trad. it. in Jakobsón 1966, p.181-218.
JAKOBSÓN R. Saggi di linguistica generale. A cura di L. Heilmann. Trad. di L. Heilmann e L. Grassi. Milano, Feltrinelli, 1966. 5a edizione, 1994, ISBN 88-07-10047-9.
JAKOBSÓN R. Two Aspects of Language. In Language in Literature. A cura di K. Pomorska e S. Rudy, p. 95-114. Cambridge (Massachusetts), Harvard University Press, 1987. Trad. it. in Jakobsón 1966, p. 22-45.
MARCHESE, A. Dizionario di retorica e di stilistica. Milano, Mondadori, 1991. ISBN 88-04-14664-8.
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