«Naturalmente sarebbe scorretto cercare di leggere questi simboli in armonia con il loro valore in quanto immagini, anziché in armonia con il loro significato di simboli»1.
Tutti gli approcci descritti possono essere ricondotti a due polarità: quelli che hanno un repertorio fisso di quesiti a cui vanno ricondotte le traduzioni qualsiasi esse siano; e quelli che si basano interamente sull’analisi traduttologica del singolo testo e da questa ricavano le caratteristiche da indagare caso per caso. Abbiamo già visto nell’unità 32 della terza parte che entrambi gli approcci hanno alcuni vantaggi e svantaggi, e che è possibile giungere a un modello di sintesi che tenga conto di entrambe le serie di caratteristiche vantaggiose.
analisi cronotopica |
parametri generici |
deittici |
realia,
intertestualità |
parole
concettuali |
campi
espressivi |
parole
funzionali |
lessico
generico |
sintassi |
versificazione
|
lessico generico (opposizioni non ternarie): omissioni, aggiunte, cambiamenti radicali di senso, cambiamenti di categoria grammaticale |
specificazione
generalizzazione
neutro |
appropriazione
riconoscimento
standardizzazione |
dominante:
identità individuale |
dominante:
identità di gruppo |
dominante: poetica del microtesto |
dominante: poetica del macrotesto
o dell’autore |
dominante:
coesione del testo |
asse paradigmatico lessicale generico |
asse sintagmatico |
metrica, rima, ritmo |
cronòtopo della psicologia
del personaggio |
cronòtopo della psicologia
di gruppo |
cronòtopo
del contenuto microtestuale |
cronòtopo della poetica autoriale |
cronòtopo della poetica strutturale |
cultura
del paradigma |
cultura della
poetica sintagmatica |
cultura
del repertorio della
versificazione |
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
Il modello generale dei cambiamenti traduttivi
Le prime cinque categorie, come si vede, sono costituite da cronòtopi. Durante l’analisi comparativa prototesto-metatesto, per poter classificare i cambiamenti in una di queste cinque categorie è necessario avere prima svolto un’analisi del testo specifico a cui si sta lavorando (la stessa analisi traduttologica del prototesto che si effettua normalmente prima di una traduzione) in modo da ricavare tutti i dati necessari. Queste cinque categorie sono il frutto dell’analisi cronotopica e sono dunque realizzate su misura per i singoli testi.
Le categorie comprese tra la sesta e la ottava sono invece generiche. In queste si deve fare una comparazione dell’uso lessicale, sintattico, metrico rispetto all’uso standard. Queste tre categorie potrebbero essere chiamate «categorie della marcatezza», nel senso che servono a registrare scostamenti – da parte del traduttore – rispetto alle scelte dell’autore. Tali scostamenti possono realizzarsi in entrambe le direzioni. Per esempio, l’uso marcato di una parola nel prototesto può essere reso con un uso non marcato nel metatesto; oppure l’uso non marcato di una parola nel prototesto può essere reso con un uso marcato nel metatesto. Queste possibilità si aggiungono, ovviamente, alla possibilità che la resa del metatesto corrisponda alla marcatezza / non marcatezza del prototesto.
La nona categoria contempla tutte le opposizioni non binarie, ossia tutti i cambiamenti che possono dare luogo a serie di alternative numerose, a volte infinite, comunque superiori a due. Vi rientrano omissioni, aggiunte, cambiamenti radicali di senso, cambiamenti di categoria grammaticale.
Una traduzione da
Sul tavolo c’era una bottiglia di vino.
a
Sul tavolo c’era una caraffa di vino.
che rientra nei cambiamenti radicali di senso, non è riconducibile a un’opposizione binaria, poiché in alternativa a «bottiglia», oltre a «caraffa», si possono concepire decine di alternative. L’arbitrarietà del cambiamento genera una quantità indefinita di altre possibilità («Sul tavolo c’era un’ampolla/ damigiana/fiasco/bicchiere/bottiglione ... di vino»).
Anche il cambiamento che produca
Sul tavolo ci sarebbe una bottiglia di vino.
ha una grande quantità di alternative potenziali altrettanto arbitrarie:
Sul tavolo ci sarebbe una bottiglia di vino.
Sul tavolo c’è una bottiglia di vino.
Sul tavolo ci sarà una bottiglia di vino.
...
che impediscono di inserire tali cambiamenti in una sistematizzazione binaria. E lo stesso si può dire delle aggiunte e omissioni, naturalmente.
Si osserverà che i cambiamenti presenti nella nona categoria sono quelli che interessano più da vicino gli aspiranti traduttori (nelle fasi di formazione) e i traduttori alle prime armi. Nelle istituzioni formative, soprattutto se si escludono i bienni di specializzazione in traduzione letteraria, gli elementi della nona categoria sono generalmente sufficienti a valutare le versioni, poiché gli studenti non sono ancora sufficientemente competenti per tradurre testi che richiedano una competenza tale da ottemperare anche ai requisiti necessari per rispondere alle esigenze delle prime otto categorie di cambiamento.
Volutamente colloco questo modello di critica traduttiva al termine della quinta parte di questo corso di traduzione, sperando che possa essere un contributo per lo sviluppo del dibattito in questo campo trascurato. La mia ambizione è quella di completare l’unificazione tra teoria e pratica conciliando varie realtà che finora sono vissute parallele e distanti:
- la valutazione delle traduzioni nelle aziende
- la valutazione delle traduzioni presso gli editori
- la valutazione delle traduzioni nelle fasi di formazione
- la valutazione delle traduzioni nella critica della traduzione
Occorre, a mio modo di vedere, uno schema di riferimento che permetta di conciliare l’approccio descrittivo della traduttologia con l’esistenza della critica della traduzione e della sua valutazione nei contesti descritti, per superare la contraddizione tra un approccio meramente descrittivo e la necessità di valutare.
Ringrazio il gruppo Logos, e in particolare la sua guida, Rodrigo Vergara, per avermi offerto la possibilità di concepire e redigere con grandissimi margini di autonomia questo corso di traduzione, che mi ha dato enormi soddisfazioni sia in termini di successo di pubblico sia per i nuovi rapporti umani che mi ha dischiuso. Come tutte le opere, quelle telematiche in particolare, può essere migliorata soprattutto grazie al contributo di voi lettori. Lo aspetto fiducioso.
Riferimenti Bibliografici
FREUD SIGMUND L’interpretazione dei sogni in Opere vol. 3 Torino Boringhieri a cura di C. L. Musatti 1966.
FREUD SIGMUND The Interpretation Of Dreams translated by A. A. Brill London G. Allen & company 1913.
1 Freud 1900: 254-255.
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