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2. Cultura e civilizzazione: elementi originari ed apporti stranieri nel progresso storico delle lingue

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c) Strategie di conquista

Rispetto alle tradizioni straniere, le strategie delle lingue nazionali sono essenzialmente quattro:

1) L'inclusione

L'esempio canonico è quello del Francese, dove ogni modello straniero viene traslato nei codici grammaticali e culturali della lingua d'arrivo. Ogni francesista dovrebbe prendere confidenza con la traduzione del Faust di Goethe tentata da Gérard de Nerval. Qui, il contenuto filosofico del testo è stato distillato in lirismo puro. L'Unheimlich è divenuto l'étonnant. Il Mikrokosmos è le ciel infini. Tutto è vissuto non nell'ideazione, ma nella contemplazione. Anche l'Italiano ha un atteggiamento inclusivo. La fraseologia apodittica di Kafka, in Italiano diviene organizzazione di subordinate. Un caso illuminante è quello dei Lirici Greci tradotti da Salvatore Quasimodo, dove le sentenze senza soggetto di Archiloco vengono interloquite da "tu dici", "così è il tuo dire". Anche il Moby Dick tradotto da Pavese mostra un atteggiamento dello stesso tipo, vista la maniera 'drammaturgica' con cui il traduttore rende i riferimenti ai Salmi, ed in generale le sentenze bibliche, che divengono, con lui, metafore visive.

2) L'allusione

Alcune culture, segnate dal difficile conseguimento di una propria identità nazionale, utilizzano stilemi stranieri per marcare il momento della parodia o la definizione di particolari contesti storici e sociali. In Russo, è illuminante il modo in cui Tolstoj utilizza i dialoghi in Francese, in Guerra e Pace, per indicare l'estraneità della nobiltà russa a quella rivoluzione europea nell'ambito della quale il fenomeno Napoleone esprime tutta la sua carica dirompente. Nell'Idiota di Dostoevski il Polacco è il linguaggio dell'emarginazione e della diversità. Il modo in cui Nastasia Filippovna si prende gioco dei polacchi, imitandone il verso, è il segno della sua mentalità meschina. Allo stesso modo, Gogol utilizza i dialetti della provincia russa come teatri sui cui fondali la burocratizzazione del sistema, ne L'Ispettore Generale, profila le proprie ombre sinistre. In Tedesco, l'immissione di termini stranieri assume un aspetto parodistico. In Jean Paul la parodia del Latino giuridico prende, nei testamenti spiritati dei Flegejare, una connotazione sinistra e ridanciana. Heine fa parlare il diavolo in ottava rima, da Umanista italiano. All'opposto, in scrittori 'periferici' come Mörike o Keller, gli incisi in lingua straniera diventano il linguaggio di poeti perdigiorno e vagabondi illuminati da una perduta sapienza popolare. Mozart in viaggio verso Praga ed Il Gatto Spiegel sono testi 'sommersi' di grande importanza, in questo senso.

3) L'integrazione

Si tratta di una circostanza piuttosto rara tra lingue di ceppi allotropi, mentre i prestiti nell'ambito dello stesso ceppo linguistico costituiscono un fenomeno comune. Tuttavia, in questo senso, essi si connotano per veicolare distinzioni di campo ben definite. Per esempio, le espressioni francesi arriére-pensée e cul de sac, in Italiano, indicano stati d'animo, piuttosto che situazioni oggettive, come nell'originale, mentre gli anglismi vengono sussunti nelle lingue neolatine con lo scopo, di solito, di caratterizzare movimenti di massa e situazioni psicologiche collettive (per esempio melting-pot o background). In senso inverso, in Inglese le espressioni italiane mutuate dalla musica diventano una modalità per indicare lo spirito, il carattere, di un avvenimento (un crescendo "rossiniano", un Presto con Fuoco "di passione"). Mentre in quelle slave esiste solo autoreferenza a varianti lessicali della stessa radice semantica, le lingue non-neolatine non conoscono un simile fenomeno. Nel caso della traduzione letteraria, un termine straniero andrà lasciato tale tranne che nel caso in cui esso sia nella lingua del traduttore; allora, si cercherà un'espressione straniera dalla medesima connotazione caratterizzante.

4) L'enfatizzazione retorica

Nel Doctor Faustus di Thomas Mann, l'ospite che l'allucinato protagonista del romanzo, Adrian Leverkühn, evoca per effetto della sua febbre sifilitica, assume via via differenti maschere nazionali, da un Lutero che si esprime in Sassone controriformistico ad un impresario francese che conosce solo il gergo del vaudeville. In modo analogo, nel Pasticciaccio di Gadda, il dialetto romanesco e quello veneto diventano occasioni per sipari 'filosofici' (le amare considerazioni del commissario Ingravallo) sui volutamente inconsistenti eventi della vicenda. Questo modo di intensificare il 'segno retorico' di un personaggio o di una situazione ricorrendo a tecnicismi stranieri celebra il suo trionfo nel linguaggio della critica e dell'analisi formale. Termini come plot, pattern, cluster, in Letteratura, GrundBass, Urlinie, Basso Continuo, in Musica, o feed-back e spin in Fisica, per non fare che pochi esempi, indicano come ogni lingua nazionale, per motivi legati a contingenze storiche o al movimento di circolazione delle idee, si possa dissociare, in determinate discipline, dal suo contesto intenzionale-emotivo per prendere connotati segnici-denotativi 'neutri' destinati a sostenere l'intesa nell'ambito delle varie comunità scientifiche. Talvolta, in Letteratura, questo 'metalinguaggio' può essere occasione per operazioni di straniamento e parodia (si pensi, per citare un ulteriore caso, oltre a quelli summenzionati, al melting-pot linguistico di Sanguineti, dove termini della Fisica e della Matematica vengono accostati ad arcaismi e neologismi).


 



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