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 Due poesie di Marie Luise von Kaschnitz nella traduzione di Marco Serio |       |  
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      | Einer von zweien | Uno di due |  
      | In meinem Gedächtnis wohnst du Mein Leib ist dein Haus
 Mir aus den Augen siehst du
 Noch immer die rote Kastanie.
 
 | Nella mia mente vivi tu Il mio corpo è la tua dimora
 Coi miei occhi vedi la primavera
 E il rosso castagno ancora.
 
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      | Auf dem Fluß jedes Tages Kommst du geschwommen
 Steigst mit jeder Sonne
 Mir über den Hügel.
 Hände hab ich
 Zehn Finger und flinke Füße
 Näher kommst du
 Ich fasse dich nicht.
 
 | Sul fiume di ogni giorno Affiori
 Dalla collina mi sovrasti
 Con ogni sole.
 Ho mani
 Dieci dita e piedi agili
 Ti avvicini
 Non ti afferro.
 
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      | Ihr sollt in mir sehen Einen von zweien
 Und hinter meinen Worten
 Unruhig horchen
 Auf die andere Stimme.
 
 | Dovete vedere in me Uno di due
 E dietro le mie parole
 Ascoltare senza respiro
 L'altra voce.
 
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      | Ihr sollt sehen wie meine Wunde Zu glühen beginnt
 Wenn die Welle kommt
 Der Muschelgeruch der Häfen
 Wenn im Buchenwald unsichtbar
 Maisingen die Vögel.
 
 | Dovete vedere come la mia ferita Comincia ad avvampare
 Quando arriva l'onda
 L'odor di conchiglia dei porti
 Quando nel bosco di faggi risuona
 Il canto di maggio di uccelli invisibili.
 
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      | Morgen | Domani |  
      | Morgen passen mir die roten Schuhe Morgen bin ich leicht und hafte nirgends
 Morgen bläst mich dein geheimer Atem
 Meertief über das zerwühlte Herzland
 Morgen spielt der Abend mir vom Blatt
 Rotem Sichelblatt des Eukalyptus
 Drei vergessene winzige Etüden
 Hingetupfte schwarz und elfenbein.
 
 | Domani sceglierò le scarpe rosse Domani sarò lieve ed impalpabile
 Domani mi avvolge il tuo respiro arcano
 Abisso sulla sfatta terra del cuore
 Domani la sera suona dalla foglia
 La rossa foglia a falce d'eucalipto
 Tre accantonati minuscoli studi
 Punteggiati di nero e d'avorio.
 
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 Marie Luise Kaschnitz dedicò i versi del ciclo Dein Schweigen - Meine Stimme (1958-1961), da cui sono tratte queste due 
poesie, alla memoria del marito appena scomparso.
 Quest'opera potrebbe avere come sottotitolo 'Variazioni sul tema dell'Assenza', un'assenza mai occultata, ma al contrario 
continuamente svelata, percepita con grave dignità e lucida consapevolezza.
 In Einer von zweien vi è la graduale rappresentazione di uno svuotamento, di una distanza che diventa sempre più 
incolmabile. Se nella prima strofa si nota il tentativo di trascendere l'assenza attraverso la com-presenza, la fusione di due 
anime che tornano ad appartenersi, nei versi successivi la persona evocata viene individuata come immagine impalpabile (si noti 
la contrapposizione tra Mir aus den Augen e Mir über den Hügel).
 La terza strofa ribadisce una presenza che sembra però messa in dubbio dal brusco e repentino cambiamento di prospettiva: l'Io 
 lirico stavolta si rivolge ad osservatori esterni, il Tu diventa Voi. Quel 'dover vedere' e quel 'dover sentire' riferiti ad 
 altri appaiono in effetti più come una smentita che come una conferma, come se aumentasse la distanza tra colui che osserva e 
 colui che viene osservato.
 Nelle immagini della quarta e ultima strofa, prive ormai di ogni riferimento diretto alla persona rimpianta, l'assenza raggiunge il 
suo culmine. I sensi negano ciò che la memoria afferma.
 L'atmosfera onirica di Morgen ricorda quella di certi quadri surrealisti; si pensi ad esempio alla foglia d'eucalipto e ai 
tasti del pianoforte che si sovrappongono ad essa come in una lenta metamorfosi. In questa nenia del desiderio, scandita dal colore 
rosso dell'attesa, l'assenza viene messa per così dire tra parentesi. A differenza della poesia precedente i sensi ricreano una realtà 
di cui la memoria non può ancora appropriarsi.
 Se l'immagine del "rosso castagno" in Einer von zweien viene percepita in una simbiosi che presuppone comunque la mancata 
presenza di qualcuno, la "rossa foglia" dell'eucalipto in Morgen suggerisce l'immagine di un mondo ineluttabilmente lontano, 
in cui ogni distanza viene sospesa. Se il canto degli uccelli amplifica il silenzio di chi non cammina più lungo la riva del mare e il 
bosco di faggi, la musica dei tre studi fa sì che quel silenzio resti rarefatto, sciolto da ogni luogo. Lo stesso Io lirico afferma 
che "domani" non resterà "legato a nulla" (hafte nirgends), cercando così una presenza che possa contenere tutti i luoghi 
possibili.
 
 
 
 
 
 
 (traduzione e nota di Marco Di Serio)
 
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