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35. L'analisi del prototesto letterario

 

«E per il verbo leggere?
Si potrà dire "oggi legge" come si dice "oggi piove"? »1

 

Il libro del ricercatore slovacco Anton Popovič Problemi di traduzione letteraria è un classico della scienza della traduzione forse troppo poco studiato nei paesi di cultura non slava. In questa unità esaminiamo i princìpi dell'analisi del testo letterario per la traduzione secondo i dettami della scuola di Bratislava, una delle più importanti nel panorama internazionale della scienza della traduzione.
La prima fase dell'analisi del prototesto secondo Popovič è di carattere descrittivo e di registrazione. Occorre qui studiare la struttura, il tema, il linguaggio, la composizione, la struttura stilistica, l'organizzazione fonetica e grammaticale morfologico-sintattica e i segnali di genere, il repertorio letterario e gli artifici retorici e le loro interazioni. Fin qui l'analisi non si differenzia in modo significativo dall'analisi del testo letterario in generale, non finalizzata alla traduzione interlinguistica.
Quest'analisi è però insufficiente se non la si accompagna a un esame del contesto culturale in cui nasce l'opera, contesto che riguarda il traduttore nella misura in cui si riflette nella struttura dell'opera stessa. Gli elementi da esaminare in questo senso sono

il tema e le sue relazioni con la società, la definizione sociale dei personaggi, la motivazione sociale e psicologica alla base della scelta dei singoli mezzi di raffigurazione, la misura artistica nella scelta di tali mezzi, le peculiarità ritmiche del testo ecc.2

Ma per compiere un'analisi del testo in tutta la sua profondità, occorre mettere in luce quali sono le contrapposizioni rappresentate nel testo. Tali contrapposizioni sono importanti per i processi mediante i quali alcune raffigurazioni del mondo si riflettono nell'opera. Per creare una struttura di analisi che funga da modello applicabile a testi diversi, sono utili le opposizioni binarie costituite da coppie di poli che vengono nel testo analizzato contrapposti per enfatizzare l'importanza di un certo punto di vista nell'àmbito della poetica del testo.
Alcuni esempi di tali coppie sono:
contenuto - forma
materiale - metodo
voi - loro
tempo - spazio
alto - basso
vicino - lontano
largo - stretto.
La scelta delle coppie di poli opposti da applicare all'analisi di un determinato testo va effettuata sulla base di due princìpi. Il primo riguarda la complessità del prototesto e la presenza di livelli molteplici, che spinge a servirsi di più di un'opposizione binaria per ciascun testo analizzato. L'uso di una sola coppia binaria, ancorché particolarmente produttiva con quel testo, spesso fa venire alla luce solo una parte delle caratteristiche del testo, dando un quadro deformato e - nelle ipotesi peggiori - manipolato ad arte dall'interprete, dal critico per sottacere alcuni aspetti e metterne in mostra altri. Il secondo principio è quello della scarsa produttività dell'applicazione di determinate opposizioni binarie a determinati prototesti. Lotman, per esempio, per l'analisi dell'infinito di Leopardi, si serve delle coppie
questo - quello
vicino - lontano
finito - infinito.

Potrebbe apparire un paradosso logico: per conoscere la poetica di un testo, occorre applicarvi le opposizioni binarie più produttive per quel testo, mentre altre coppie risultano poco o per nulla produttive. Perciò, per conoscere la poetica del testo occorre conoscere la poetica del testo, e sapere quali categorie applicare alla sua analisi?
In realtà, si possono applicare tutte le categorie considerate potenzialmente produttive per l'analisi del testo, salvo poi scartare i risultati meno significativi. La scelta di tali categorie dipende molto, com'è facile intuire, dalla creatività scientifica del ricercatore (o nel nostro caso del traduttore).
In questo contesto, Popovič propone uno schema della comunicazione che, oltre al tradizionale asse operativo-pragmatico che collega l'autore al ricevente, contempla un altro asse, perpendicolare al precedente, che ai due estremi ha la tradizione dei testi (il canone letterario) e la realtà esterna della protocultura: è l'asse della raffigurazione iconica. Vediamo innanzitutto lo schema3:

1

Le singole opposizioni che servono a creare un modello del testo dipendono dalla dominante comunicativa del testo. Le principali, secondo Popovič, sono le opposizioni di raffigurazione iconica della realtà, di formazione del testo, quelle di sviluppo del testo, di carattere operativo-pragmatico. I due gruppi di opposizioni (della raffigurazione e dello sviluppo) interagiscono tra loro,

perché il rapporto con la realtà determina il rapporto dell'autore con la tradizione, così come il rapporto con la tradizione determina il rapporto con la realtà4.

Le opposizioni possono trarre origine da molteplici àmbiti: filosofico, sociologico, antropologico, psicologico, semantico, semiotico, linguistico, poetologico, gnoseologico, pragmatico.
Nel caso della traduzione letteraria, lo schema riportato sopra diviene più complesso. Ecco come ce lo raffigura Popovič (qui viene fatto un lieve adattamento terminologico):

2

Legenda: Ap = autore del prototesto; PP = prototesto; Lp = lettore del prototesto; Tlp = tradizione letteraria della protocultura; Rp = realtà della protocultura; Am = autore del metatesto; M = metatesto; Lm = lettore del metatesto; Tlm = tradizione letteraria della metacultura; Rm = realtà della metacultura5.

Come si nota, al centro del modello ci sono due figure: il lettore del prototesto e l'autore del metatesto, che coincidono, entrambe, con il traduttore. Nell'elaborazione della strategia traduttiva, occorre prima di tutto analizzare le relazioni che intercorrono tra il prototesto e il canone letterario in cui nasce, da una parte, e la realtà extraletteraria in cui nasce, dall'altra parte.
La maggiore complessità della situazione nella traduzione non dipende da un semplice raddoppiamento dello schema per tenere conto del "secondo passaggio" del testo dall'autore del metatesto (il traduttore) al suo lettore. Tale complessità riguarda soprattutto il fatto che l'individuazione della dominante del prototesto non detta in modo automatico la scelta della dominante del metatesto. Possono esserci casi in cui la cultura ricevente non è in grado di accogliere un testo con una certa dominante (o quantomeno, che il traduttore ritenga che ciò accada): per esempio, può essere considerato molto complesso tradurre una composizione poetica in rima e con uno schema metrico rigido usando come dominante il metro e la rima anche per il metatesto. Spesso si considera - a torto o a ragione - che per la metacultura sia possibile recepire con maggiore facilità il contenuto denotativo, referenziale di un'opera anche poetica, perciò la dominante del metatesto finisce per non coincidere con quella del prototesto.
Queste considerazioni incominciano a proiettarci sull'argomento della terza parte del corso: la produzione del metatesto.

  

Riferimenti Bibliografici

CALVINO I. Se una notte d'inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, 1979.

POPOVIČ A. Problemy hudožestvennogo perevoda, a cura di P. M. Toper, traduzione dallo slovacco di I. A. Bernštejn e I. S. Černjavskaja. Titolo originale: Teória umleckého prekladu, Tatran, 1975. Moskvà, Vysšaja škola, 1980.


1 Calvino 1979, p. 176.
2 Popovič 1980, p. 42.
3 Popovič 1980, p. 43.
4 Popovič 1980, p. 44.
5 Popovič 1980, p. 53.