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28 - Traduzione saggistica

«Non avevo un libro su cui poter verificare nulla, lei me lo rifiutava con spietata ostinazione, ben sapendo quanto amore avessi per i libri e quanto con un libro alla mano tutto mi sarebbe stato più facile»1.

La traduzione dei saggi raramente viene isolata come categoria a sé stante nella tipologia delle sottocategorie dei testi tradotti. Ciò anche a causa dell’antica distinzione tra "traduzione letteraria" e "traduzione tecnica" sotto i cui nomi si pretendeva di esaurire l’intero spettro dei tipi possibili di testo. È necessario perciò un preambolo di definizione dei termini del discorso.

Abbiamo visto finora la traduzione per il cinema (doppiaggio e sottotitolaggio), per il teatro, traduzione settoriale, di testi specialistici, traduzione editoriale, traduzione letteraria (di narrativa), traduzione poetica e traduzione giornalistica, definendo ogni volta l’àmbito d’applicazione. Innanzitutto va ripetuto che non tutte queste categorie sono reciprocamente esclusive. Per esempio, traduzione editoriale e traduzione saggistica hanno un ampio insieme comune.

La traduzione saggistica concerne i testi che non sono né di narrativa né di poesia, quindi rientra nel campo della non-fiction. A differenza di un testo scientifico o settoriale, però, nel testo saggistico è a volte di grande importanza anche la componente estetica. L’argomento può essere filosofico, politico, letterario, scientifico o di costume (a differenza della narrativa, quindi, l’argomento è sempre legato a un campo organizzato del sapere). L’argomentazione, però, a differenza dell’articolo scientifico, è condotta a volte senza obbligatori e puntuali riferimenti alla letteratura settoriale. Mentre in un articolo scientifico tutte le affermazioni devono derivare o da altri articoli scientifici citati oppure da esperimenti empirici condotti dal ricercatore che scrive, in un saggio, anche scientifico, l’eleganza della trattazione permette di volare più alti, e di dare per scontati determinati riferimenti considerati noti. Il rimando intertestuale nel saggio può quindi essere implicito, e il saggio non si prefigge tanto di riferire le ultime notizie su un campo di ricerca per aggiornare la comunità internazionale, quanto di fare delle riflessioni di carattere più generale che servono a orientare più la metodologia di fondo che il singolo esperimento.

Grazie a questo carattere più di riflessione generale, come è tipico del saggio filosofico (e in effetti si può forse affermare che il saggio è un’estensione del genere «saggio filosofico» ad altri campi del sapere: filosofia della scienza, filosofia del linguaggio, filosofia della politica, filosofia della letteratura), accade che il saggio sia solitamente più elegante e letterariamente prezioso di un articolo scientifico. Inoltre, a differenza di un articolo scientifico, caratterizzato da una forte denotatività, o referenzialità, il saggio contiene moltissimi rimandi connotativi e intertestuali. E tutto ciò ha ricadute molto importanti anche sul piano della sua traduzione.

Prendiamo il caso di un saggio nel campo della traduzione, forse il saggio più prestigioso in questo campo, il classico After Babel di Steiner. Ecco una frase scelta quasi a caso all’interno del libro:

Wittgenstein asked where, when, and by what rationally established criterion the process of free yet potentially linked and significant association in psychoanalysis could be said to have a stop. An exercise in ‘total’ reading is also potentially unending. (Steiner 1998: 8)

In trentotto parole Steiner riesce a coinvolgere molte discipline e molti autori e molte conoscenze indispensabili al traduttore per venire a capo del lavoro di resa interlinguistica. Vediamo per esempio:

  • Wittgenstein: il pensiero di Wittgenstein deve essere noto, e in particolare il suo saggio sulla psicoanalisi Conversations on Freud, in cui il filosofo tedesco critica l’aspetto della conclusione della terapia, affidata al giudizio esclusivo e parzialmente intuitivo del terapeuta, poiché il processo tendenzialmente potrebbe protrarsi ad libitum;
  • psychoanalysis: la conoscenza di Freud e della psicoanalisi, e in particolare della vexata quaestio della analisi terminabile o interminabile; la questione epistemologica che nasce dal raffronto, compiuto da Wittgenstein stesso, tra la scienza per eccellenza, la fisica, e la nuova – per allora – disciplina della psicoanalisi;
  • association: la traduzione di questa parola, in quanto rimando implicito alla teoria freudiana delle «associazioni libere», implica il riconoscimento del rimando e una resa che ne tenga conto;
  • significant: trattandosi di un testo sulla traduzione, la parola «significant» attiva (o quanto meno dovrebbe attivare) una serie di campanelli di allarme. Uno riguarda la teoria di Saussure sul significante e il significato (signifiant e signifié): può «significant» essere la traduzione di uno di questi termini? La risposta che poi si deve dare il traduttore è no, poiché i due termini in inglese sono «signifier» e «signified». Un altro campanello riguarda la significanza, intesa come spiegazione del significato: può «significant» essere in questo caso l’aggettivo che deriva da «significance», intesa come la intende Charles Morris in Significazione e significanza? O è un semplice aggettivo (non un termine) che significa qualcosa come «significativo»? Il traduttore, soltanto dopo avere escluso un legame diretto con la terminologia di Morris, giunge alla conclusione che un traducente adatto è il semplice aggettivo non terminologico «significativo».
  • ‘total’ reading: la comprensione – e la traduzione – di questa formula, in cui viene virgolettata con virgolette semplici da Steiner la parola «total» come per indicarne l’uso connotativo, improprio, metaforico, presuppone la conoscenza, quanto meno, della teoria della «traduzione totale» di Catford, se non quella omonima di Torop. Inoltre presuppone che il traduttore conosca l’accezione connotativa di «reading» come lettura in senso semiotico, ossia non la lettura di un testo verbale scritto, ma l’interpretazione di ciò che è detto da un paziente in psicoanalisi. In questa doppia metafora, il "testo" che il paziente costruisce seduta dopo seduta è assimilato a un testo scritto, e a un testo unico (non a una serie di testi), e lo psicoanalista è assimilato al suo lettore-interprete.
  • unending: anche questo aggettivo presuppone che il traduttore capisca il rimando intertestuale al dibattito su analisi terminabile e non terminabile e usi, nel metatesto, la parola che, nella cultura ricevente, costituisce un rimando intertestuale con quel dibattito; per esempio, in italiano, l’aggettivo «interminabile» e non, per esempio, l’aggettivo «infinito».

Dall’esempio riportato si vede come un semplice brano tratto da un saggio e lungo appena sei righe chiami in causa una serie di conoscenze in discipline diverse tra loro e diverse da quella indicata come campo dichiarato del volume. Questo è tipico della traduzione saggistica, come anche è tipico il fatto che lo stile della prosa non sia un piatto referto di dati di esperimenti, ma abbia uno stile significativo dal quale spesso è possibile risalire all’autore anche senza conoscerlo. Nella traduzione saggistica si sommano le difficoltà terminologiche della traduzione settoriale (sebbene di solito il livello di specializzazione sia inferiore) e le difficoltà connotative della traduzione letteraria.

Riferimenti Bibliografici

CANETTI ELIAS Die gerettete Zunge. - Die Fackel im Ohr. - Das Augenspiel, München, Carl Hanser Verlag, 1995, ISBN 3-446-18062-1.

CANETTI ELIAS La lingua salvata. Storia di una giovinezza, traduzione di Amina Pandolfi e Renata Colorni, Milano, Adelphi, 1980, ISBN 88-459-0417-2.

STEINER GEORGE After Babel. Aspects of language and translation, Oxford, Oxford University Press, 1998, ISBN 0-19-288093-4.


1 Canetti 1980: 95.