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Torop e la traducibilità - parte prima

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  Nelle unità precedenti abbiamo esaminato alcuni punti di vista sulla traducibilità desumibili dal pensiero di linguisti, filosofi, studiosi della cultura. Dalle loro opinioni spesso divergenti è difficile estrapolare una posizione comune, che in traduttologia possa essere considerata una conclusione provvisoria sulla definizione di «traducibilità».

  Forse l'unico elemento che emerge con chiarezza da tutti gli studi citati è che quello di «traduzione» è un concetto indefinito. Varie sono le opinioni sulla relazione tra lingua e cultura, tra lingua e pensiero. Abbiamo visto che, secondo Lotman, il brulicare della vita nella semiosfera è un brulicare di traduzioni. In questa concezione, la traducibilità è una sorta di fotosintesi clorofilliana della vita culturale, senza la quale la cultura stessa avrebbe subito fine.

  Nel momento stesso in cui un individuo comprende un concetto, nella concezione dinamica della comunicazione linguistica-testuale-culturale possiamo considerare tale atto un fenomeno di traduzione radicale. Se, però, da una parte ognuno può comprendere (tradurre) un fenomeno a modo proprio, dando così un proprio contributo originale alla semiosfera, è anche vero che esiste una sorta di "percezione media", una modalità standard indefinita in cui un testo viene letto (interpretato), in cui vengono colte alcune delle sue connotazioni culturali e testuali 1.

  Oltre a esistere la possibilità di interpretazione libera di qualsiasi oggetto culturale, che può giungere fino agli estremi di quella che Eco definisce «decodifica aberrante», esiste anche la

cultura come istruzione, memoria e percezione da parte del lettore ecc. di ciascun nuovo testo a seconda dell'esperienza culturale di chi percepisce, fino al punto che in un certo senso qualsiasi testo che finisca nelle mani del lettore è già stato letto, ossia viene subito convenzionalizzato. Mentre all'altro polo c'è il testo che racchiude in sé l'immagine del pubblico, ossia anche la possibilità di una certa percezione ottimale 2.

  Secondo Torop, data l'impossibilità di un approccio univoco alla traducibilità, se ne possono però individuare tre aspetti distinti:

  1. traducibilità come caratteristica culturale-linguistica e poetica del testo; è l'aspetto che spinge a considerare lo spettro traducibilità-intraducibilità lungo l'asse dei testi, delle loro caratteristiche intrinseche, a prescindere dall'interazione del testo con il singolo lettore, ossia a prescindere dalla singola fruizione;

  2. traducibilità dell'unità percettiva o concettuale del testo; è la stessa visione del punto 1., ma qui il testo viene concepito in un suo frammento, anziché nella sua totalità;

  3. traducibilità come predefinibilità della ricezione del testo in una certa cultura; in questo caso viene posta in primo piano la relazione tra un dato testo e una data cultura, e se ne analizzano le interazioni potenziali. Il traduttore può servirsi di uno di questi tre aspetti considerandoli dominanti diverse dell'approccio al testo da tradurre.

  Oltre a questo primo terzetto di dominanti possibili, riferite al testo, dominante della traduzione possono essere l'originale, il traduttore o la cultura ricevente.

Nel primo caso l'originale detta lui stesso la propria traducibilità ottimale. Nel secondo caso il traduttore come personalità creativa si realizza mediante la scelta del metodo di traduzione, e il metodo di traduzione indica la definizione del grado di traducibilità. Nel terzo caso il traduttore si basa sul possibile lettore della traduzione o sulle norme culturali (sociali, politiche), ossia definisce il grado di traducibilità in base alle condizioni della percezione. Sono i tre tipi comuni di traducibilità 3.

  Torop individua inoltre sei parametri della traducibilità, a ognuno dei quali corrispondono strategie traduttive diverse. Vediamo innanzitutto lo schema che illustra, nella colonna sinistra, la descrizione dei singoli parametri e, nella colonna destra, le strategie traduttive corrispondenti : 4.

LA TRADUCIBILITÀ DELLA CULTURA

Parametri di traducibilità Strategie traduttive

LINGUA:

categorie grammaticali
realia
etichetta di conversazione
associazioni
immagine del mondo
discorso
nazionalizzazione (naturalizzazione)
transnazionalizzazione
denazionalizzazione
miscela

TEMPO:

storico
dell'autore
degli eventi
culturale
arcaizzazione
storicizzazione
modernizzazione
neutralizzazione

SPAZIO:

sociale
geografico
psicologico
concretizzazione percettiva: localizzazione
visualizzazione
naturalizzazione
esotizzazione
neutralizzazione

TESTO:

segnali di genere
livelli cronotopici
narratore e narrazione
aura espressiva del personaggio
lessico dell'autore e sintassi
sistema dei mezzi espressivi
conservazione-non conservazione della struttura (gerarchicità degli elementi e dei livelli)
conservazione-non conservazione della coerenza

OPERA:

complementarità dei metatesti (libro):
presupposizione
interpretazione
reazione dei lettori
versione dei lettori
chiarimenti intratestuali
commentari interlineari
commentari speciali alla fine
commentari sistematici generali
compensazione metatestuale

DETERMINATEZZA SOCIO-POLITICA:

norme e divieti (editio purificata)
tendenziosità della traduzione
purificazione (tendenziosa) dei testi orientamento dei testi

  Nella prossima unità esaminirememo uno per uno i sei parametri, e le strategie corrispondenti.

  

Bibliografia

ECO U. Interpretazione e sovrainterpretazione. Un dibattito con Rochard Rorty, Jonathan Culler e Christine Brooke-Rose [Interpretation and Overinterpretation], a ura di Stefan Collini, trad. it. a cura di Sandra Cavicchioli, Milano, Bompiani, 1995. ISBN 88-452-2459-7

TOROP P. Total´nyj perevod [La traduzione totale]. Tartu, Tartu Ülikooli Kirjastus [Edizioni dell'Università di Tartu], 1995. ISBN 9985-56-122-8.


1 Torop 1995, p. 74.
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2 Eco 1995, p. 82. Torop 1995, p. 74.
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3 Torop 1995, p. 75.
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4 Torop 1995, p. 82.
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