11 - Interpretazione della psicoanalisi e psicoanalisi dell'interpretazione
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«Combattuto tra la necessità d'intervenire
coi suoi lumi interpretativi per aiutare il testo a
esplicitare la molteplicità dei suoi significati,...» 1.
La psicoanalisi ha la peculiarità di essere considerata,
a seconda dei punti di vista, una scienza nata in àmbito umanistico o una
disciplina umanistica concepita in un contesto scientifico. Una sorte non
molto diversa da quella che tocca spesso alla scienza della traduzione,
anche perché l'ermeneutica, «arte d'intendere e d'interpretare i
monumenti, i libri e i documenti antichi»2,
a volte viene contrapposta alla scienza:
Attualmente infuria un dibattito, con una sua confusione terminologica,
circa il fatto se Freud, nonostante le proprie intenzioni, abbia sviluppato
una teoria clinica ermeneutica anziché scientifica3 |
Freud, di formazione, era medico, ma aveva una estesa cultura
umanistica che lo induceva a formulare molti concetti con un linguaggio
figurativo, evocativo e che dà un'idea di modestia e semplicità, di
concretezza e provvisorietà, di non assolutezza. In questo, come rileva
anche Mahony, il medico viennese si sarebbe trovato d'accordo con il
fondamentale principio metodologico della scienza contemporanea, enunciato
da Popper, secondo cui «Ogni principio scientifico deve rimanere
provvisorio per sempre»4.
Abbiamo visto nelle unità precedenti che, secondo Whorf, la
struttura della lingua madre ha un'influenza notevole sul modo individuale
di concepire il mondo e la vita. Senza volerci sbilanciare troppo, possiamo
affermare che la lingua impiegata, pur senza impedire totalmente
l'espressione di determinati concetti, facilita nondimeno determinate
modalità espressive. Secondo Mahony, il fatto che Freud sia cresciuto in
ambiente germanofono ha influenzato positivamente lo sviluppo della teoria
psicoanalitica, favorendone la peculiare espressione, che rifugge lo sterile
stile scientifico5.
Il traduttore della versione inglese ufficiale delle opere di
Freud, James Strachey, avrebbe invece sovrapposto alla concezione freudiana
e alla sua espressione un'ideologia più tipica della psicoanalisi britannica
di Jones, tendente a "scientificizzare" la forma metaforica ed evocativa
dei concetti freudiani.
Un primo esempio che ci viene proposto da Mahony riguarda la
traduzione del titolo Neue Folge der Vorlesungen zur Einführung in die
Psychoanalyse, che Strachey tradusse come New Introductory Lectures on
Psychoanalysis, «nuove lezioni introduttive sulla psicoanalisi» mentre,
più letteralmente, potrebbe essere reso come «nuova serie di lezioni verso
l'introduzione della psicoanalisi». Come si vede, lo stile di Freud è più
possibilista, meno assoluto, più «tentative», come si esprime Popper.
Un altro esempio, una citazione celebre da Freud che è stata il
cavallo di battaglia di tutto il movimento lacaniano, è la frase:
Wo Es war, soll Ich werden
che Strachey tradusse in questo modo:
Where id was, ego shall be. [Dove era l'Es, sarà l'Io]
Uno dei tratti fondamentali di questa frase sta nel suo
senso dinamico, nella sua concezione che prevede l'evoluzione graduale
dell'individuo, convogliato dal verbo werden che può essere tradotto
come «diventare». La frase assume quindi un significato piuttosto diverso:
Dove era Es, diventerà Io.
L'evoluzione dell'individuo è una progressiva
trasformazione del proprio materiale inconscio in materiale conscio,
oppure, detto altrimenti, l'uomo si lascia guidare sempre meno da pulsioni,
desideri inconsci, padroneggiandoli sempre più in modo consapevole. La
versione di Strachey effettivamente non convoglia l'idea di gradualità
insita nell'enunciato freudiano.
Un altro caso abbastanza eclatante di deformazione ideologica è
quello della libido, che in tedesco è caratterizzata da Klebrigkeit,
tradotta da Strachey adhesiveness, mentre in tedesco dà una forte idea,
più che di «adesivo», di «appiccicoso». Gli individui che faticano a
trasferire l'investimento libidico verso il terapeuta hanno, secondo
Freud, una libido appiccicosa, che dà un'idea molto più precisa della
connotazione negativa di questa situazione.
L'aspetto forse più paradossale di questa costante deformazione
interpretativa del testo freudiano da parte del traduttore britannico è che
si sia esercitata proprio su una disciplina che può essere a buon diritto
ospitata tra le scienze ermeneutiche. La grande intuizione che sta alla base
della psicoterapia basata sull'espressione in parole è il fatto che la
traduzione di materiale mentale in materiale verbale non è una serie di
equivalenze ma, come tutti i processi traduttivi, aggiunge e nel contempo
toglie qualcosa all'originale. Il lavoro dell'analista spesso si concentra
proprio sul "residuo traduttivo" di questo lavoro espressivo del paziente.
Oppure, nel caso dell'interpretazione dei sogni - che
analizzeremo nella prossima unità - lo psicoanalista deve svolgere una
vera e propria traduzione dal materiale onirico. Il processo di conoscenza
del paziente è paragonabile all'apprendimento di un codice da parte del
terapeuta. Se tutti i sogni "parlassero" lo stesso linguaggio, per
decodificarli forse basterebbe un dizionario, un manuale di interpretazione
dei sogni. Invece ogni individuo ha un suo modo idiomorfico di sognare - e
di codificare inconsciamente - e il terapeuta deve essere in grado di capire
tale codice per poterlo tradurre.
Il traduttore corre costantemente il rischio di operare come
Strachey - non ci interessa in questo momento quanta parte
dell'interpretazione sia stata dettata da ideologia conscia e quanta da
deformazione inconscia - deformando il testo in base alle proprie posizioni
diverse da quelle dell'autore.
Se il traduttore non è del tutto consapevole delle differenze importanti
anche se a volte sottili - professionali, politiche e sociali - tra le
proprie opinioni e quelle della persona tradotta, è probabile che nel
metatesto s'infiltrino varie distorsioni ideologiche. Più è complesso il
prototesto, più il traduttore deve essere autocosciente delle proprie
posizioni diverse e del loro potenziale di contaminazione6. |
Questa considerazione, a nostro parere valida per qualsiasi
traduttore, vale dunque anche per qualsiasi lettore, dal momento che abbiamo
visto come la lettura sia pure un processo traduttivo. Tornando alla
diatriba tra scientifico ed ermeneutico, e puntando a una visione della
traduttologia come scienza, forse il modo migliore per fare sì che tale
disciplina indubbiamente ermeneutica abbia anche un fondamento scientifico
è cercare di dare un fondamento scientifico all'arte di interpretare, non
lasciando che l'inconscio tiri brutti scherzi all'interpretatore.
Sulle affinità di metodo tra traduttore e psicoanalista
torneremo in séguito. Ora ci piace concludere questa unità con un'ultima
citazione dal profondo saggio di Mahony, che intreccia con ironica poesia i
motivi della traduzione, del tradimento e della psicoanalisi:
Il richiamo della sirena dell'inesauribile inconscio induce ogni
psicoanalista, monolingue o no, nella tentazione di essere tanto traduttore
che traditore7. |
Riferimenti Bibliografici
CALVINO I. Se una notte d'inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, 1979.
D'ALBERTI DI VILLANUOVA F. Dizionario universale critico, enciclopedico della lingua italiana, Lucca, 1797-1805.
MAHONY P. Hermeneutics and ideology: on translating Freud, in Meta. Journal des traductuers. Translators's Journal.
Montréal, Les Presses de l'Université de Montréal, 1994, vol. 39, n. 2, p. 316-324. ISSN 0026-0452. ISBN 2-7606-2456-0.
POPPER K. The Logic of Scientific Discovery, New York, Harper & Row, 1965.
1 Calvino 1979, p. 68.
2 D'Alberti di Villanuova, 1797.
3 Mahony 1994, p. 319. Traduzione nostra.
4 Popper, 1965, p. 280. Traduzione nostra.
5 Mahony 1994, p. 317.
6 Mahony, 1994, p. 321-322. Traduzione nostra.
7 Mahony 1994, p. 322. Traduzione nostra.
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