«Sono annunci o presagi che riguardano me e il
mondo insieme [...]»1.
Un altro essenziale insieme di informazioni da ricavare dal prototesto riguarda il
destinatario, il lettore modello del metatesto. Anche su questo tema continuiamo a seguire il prezioso
lavoro di Christiane Nord sull'analisi del prototesto.
Ammesso che sia possibile occuparsi di traduzione in modo puramente astratto e teorico,
tracciando confini e stabilendo regole universali, ciò è possibile soltanto a patto di non tenere
conto del ruolo del destinatario. Nel momento stesso in cui si incomincia a prendere in considerazione
che il destinatario esiste, che possono esservi tipi diversi di destinatario, e che l'atto comunicativo
viene concepito con una profonda attenzione per le strategie atte a comunicare con quel tipo di lettore
modello, si entra nel vivo della comunicazione come fatto pragmatico, non astratto.
Gli elementi del destinatario utili da conoscere sono il suo ruolo comunicativo, le sue
aspettative, la sua formazione culturale - ciò che comporta, da parte del destinatario, dare per scontati,
per impliciti determinati aspetti della realtà - la sua collocazione sociale e la posizione nei confronti
dell'argomento. Il tipo di testo e il tipo di destinatario possono avere relazione tra loro, ma tale
relazione non è necessaria. Per esempio, un testo scientifico divulgativo può rivolgersi a svariati tipi
di destinatario: in sostanza, tutti i tipi di lettore, fatta eccezione per gli scienziati che si occupano
di quella stessa materia, per i quali un testo divulgativo è puramente ridondante. Restano quindi tra i
potenziali lettori scienziati di altri settori, adulti che non si occupano di scienza, uomini di altre
fasce d'età, persone con un livello d'istruzione che va dall'alfabetismo minimo indispensabile per
leggere a livelli d'istruzione elevati.
Occupandosi di traduzione interlinguistica, una prima potenziale opposizione è quella
comprendente il lettore modello del prototesto e il lettore modello del metatesto. Normalmente, quando
si pensa a una traduzione in termini semplici e non smaliziati, si pensa al lettore del metatesto
semplicemente come a una persona che legge un'altra lingua, perciò si attuano strategie volte a
permettere la lettura del testo a chi legge un'altra lingua. Ma il lettore del metatesto spesso
appartiene anche a un'altra comunità culturale, perciò non sempre una trasposizione puramente
linguistica può essere comprensibile.
Per esempio, supponiamo che venga tradotta dall'inglese britannico una frase contenente
un'allusione alla stampa Tabloid. Per il lettore modello britannico, come per il lettore modello
italiano, il significato denotativo della parola «tabloid» è il formato ridotto del quotidiano,
grande circa la metà di un quotidiano tradizionale. Il valore connotativo che però tabloid ha per
un lettore britannico è quello di «giornale scandalistico, pieno di immagini, con pochi testi,
rivolto a un lettore modello con un livello di istruzione modesto». Per un italiano invece il
formato tabloid non ha quella connotazione: molti quotidiani italiani, per esempio la Repubblica,
hanno quel formato senza perciò corrispondere affatto alla connotazione britannica della parola.
Una seconda distinzione, riguardante il destinatario, proposta da Nord riguarda
l'esplicitezza/implicitezza dei destinatari. Pensando al prototesto, Nord fa l'esempio di un
politico intervistato: le risposte che dà solo in apparenza sono rivolte all'intervistatore. In
realtà sono evidentemente rivolte ai potenziali elettori che leggono l'intervista sul giornale o
la vedono o ascoltano alla televisione o alla radio.
Anche per il traduttore può darsi un caso simile. In apparenza, il traduttore si rivolge al
lettore modello del metatesto (destinatario esplicito). Dato che però una traduzione non è soltanto il
mezzo di diffusione di un testo in una cultura, ma anche, per il traduttore, un modo per far conoscere
la propria opera professionale ad altri traduttori, potenziali clienti, critici, recensori, editori,
alcune sue scelte possono essere dettate da questo sentirsi osservato. Non è detto che le scelte adatte
per il lettore implicito siano adatte anche per il lettore esplicito e viceversa. Un'eccessiva
consapevolezza della contraddittorietà - presunta o accertata - di queste esigenze può in casi
estremi determinare un blocco della capacità traduttiva.
Le coordinate culturali del lettore modello del metatesto che il traduttore deve mettere in
conto sono età, sesso, livello d'istruzione, background sociale, origine geografica, status sociale,
ruolo rispetto al mittente2. Si tratta delle
stesse considerazioni che deve fare l'autore di un testo alle prese con la traduzione (intersemiotica)
di un'intenzione culturale in un testo. Supponiamo per esempio che a un esperto di comunicazione venga
commissionato un testo sulla droga rivolto a adolescenti. L'intenzione comunicativa che gli viene
commissionata è informare i giovani sulla droga e fare sì che ne stiano alla larga. Il testo che prende
forma da questa intenzione, supponiamo, afferma che le droghe sono tutte altrettanto pericolose e che le
droghe pesanti fanno solo male, non danno nessuna sensazione piacevole.
In questo caso, la traduzione è mal fatta. Il giovane che abbia provato la marijuana senza
apparenti conseguenze negative, letto che le droghe sono tutte altrettanto pericolose, può essere invogliato
a provare l'eroina, dato che secondo il testo non può essere più pericolosa della marijuana. Inoltre,
una persona che abbia provato sensazioni piacevoli in séguito al consumo di droghe pesanti pensa che il
testo contenga numerose falsità e non dà credito al suo contenuto globale.
La conoscenza precisa del background culturale del lettore influenza notevolmente l'autore.
L'efficacia della comunicazione si basa principalmente sull'individuazione di un giusto equilibrio tra
comunicazione ridondante e comunicazione incompleta. L'eccessiva insistenza su aspetti che il lettore già
conosce benissimo non può che scoraggiare e appesantire la lettura mentre, sull'altro versante, trascurare
di approfondire o di spiegare elementi poco conosciuti rende difficile la comprensione. Per trovare tale
equilibrio è indispensabile disporre di informazioni precise sulla formazione culturale del lettore.
Un corso universitario, per esempio, si rivolge a un certo numero di studenti con formazione
culturale non sempre omogenea. Per riuscire a capire qual è il destinatario modello del corso, è
indispensabile per esempio conoscere il tipo e il livello di formazione prodotto dalle scuole superiori
frequentate dalla maggior parte degli studenti del corso. Tale informazione va aggiornata spesso: la
formazione di una scuola superiore attuale non necessariamente coincide con quella fornita dalla stessa
scuola vent'anni o quarant'anni fa.
Un lettore (o lo studente di un corso) che si distingua in modo netto dagli standard del gruppo
a cui appartiene, perché la sua preparazione sotto certi aspetti è molto più/meno approfondita di quella dei
colleghi, ha elevatissime probabilità di non trovare adeguato il tipo di comunicazione che gli viene rivolto.
D'altra parte, il comunicatore, il traduttore, deve puntare a soddisfare le esigenze del numero maggiore
possibile di destinatari (lettore modello), necessariamente sacrificando quelle degli elementi più distanti
dalla norma del gruppo.
Le informazioni sul lettore modello del prototesto si possono ricavare innanzitutto dal background
del testo stesso (dediche, note, titolo3, sottotitoli,
quarte di copertina per i libri, presentazioni, medium, tempo e luogo ecc.).
Per quanto concerne le funzioni del testo, si possono distinguere funzioni volute e funzioni
prodotte involontariamente. In un testo rivolto a bambini, per esempio, un atteggiamento molto paternalistico
che può piacere a bambini di una certa fascia d'età può risultare oltremodo irritante per bambini più grandi
che se ne sentono presi in giro e sminuiti. Oppure, come afferma Nord, la traduzione di un menu al ristorante,
la cui funzione voluta è di tipo informativo, può finire per diventare una funzione comica se la traduzione
contiene strafalcioni o parole poco usate in quel contesto. Naturalmente non è detto che le funzioni involontarie
di un testo siano necessariamente da considerarsi negative.
Riferimenti Bibliografici
CALVINO I. Se una notte d'inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, 1979.
NORD C. Text Analysis in Translation. Theory, Methodology, and Didactic Application of a
Model for Translation-Oriented Text Analysis, traduzione dal tedesco di C. Nord e P. Sparrow,
Amsterdam, Rodopi, 1991, ISBN 90-5183-311-3.
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