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15 - I fraseologismi

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«Solo eventi particolarmente drammatici, delitti e morti per intenderci, nonché i più grandi spaventi della mia infanzia, mi sono rimasti impressi nella loro fraseologia spagnola, ma in modo estremamente preciso e indistruttibile»1.

In ciascun contesto culturale tipicamente nascono modi di dire che originariamente accorpano alcune parole per significare qualcosa che non è soltanto la somma dei significati delle singole parole che li compongono; a questi si aggiunge un significato aggiuntivo, di solito metaforico. «Trovarsi tra l’incudine e il martello» non significa materialmente trovarsi in quella condizione fisica, ma trovarsi in una situazione pressante o comunque molto difficile. Nella nostra vita quotidiana ci succede molto di rado d’imbatterci in un’incudine, e anche il martello non fa parte dello strumentario normale di tutti.

Fraseologismi – o espressioni che aspirerebbero a diventarli – nascono in gran quantità, ma non tutti hanno fortuna. A volte succede che nascano e si estinguano quasi simultaneamente. I soli casi che creano problemi al traduttore sono le locuzioni lessicali stabili, ricorrenti, che per il proprio significato metaforico non fanno affidamento soltanto sulla logica del lettore al momento della lettura, ma anche, soprattutto, sul valore che tale metafora ha assunto nella storia della lingua in questione.

Il primo scoglio per il traduttore consiste nel riconoscere i fraseologismi. Se non riconosciuti, sono tradotti interpretando alla lettera il senso delle singole parole, con un esito quantomeno dubbio. Il traduttore è sempre vigile per accorgersi di quando un brano appare marcato, forma una sensibilità particolare che gli permette, quantomeno idealmente, di fermarsi a meditare su una formulazione insolita anche quando nella sua esperienza non gli è ancora mai capitato di incontrare l’espressione fraseologica in questione.

Identificata l’espressione, il problema successivo consiste nella sua decodifica. Tutti gli autori concordano nell’affermare che i dizionari non sono sempre strumenti affidabili in questo senso. Innanzitutto non contengono tutti i fraseologismi, sia perché ne nascono ogni giorno, sia perché i dizionari sono limitati e non riescono a ospitare tutto. Il secondo problema consiste nella sistemazione dei fraseologismi sotto una determinata voce: «sentirsi tra l’incudine e il martello» può essere presente sotto le voci «tra», oppure «incudine», oppure «martello», oppure «sentire», ma di certo se è presente in un lemma è assente dagli altri, altrimenti il dizionario sarebbe troppo ridondante (un minimo di ridondanza è fisiologico e funzionale alla comunicazione efficiente, per coprire i "buchi" prodotti dal rumore fisico e/o semiotico).

Questo secondo problema è facilmente aggirabile se si dispone dell’edizione su CD del dizionario, e il software di gestione dei dati del dizionario consente la cosiddetta ricerca «a tutto testo». Se, per esempio, cerco la parola «incudine» nel dizionario della lingua italiana di De Mauro, trovo il rimando ai seguenti lemmi: «ancude, ancudine, attico, battifalce, bicornia, corno, maglio, martellatura, mazzicare, monocornia, ossicino, paletto, palo, picchiare, ripicchiare, staffa, tasso, toppo, tra», e quello che mi serve lo trovo sotto il lemma «tra», dove forse non mi sarebbe mai venuto in mente di cercare se avessi avuto a disposizione solo l’elenco alfabetico.

Il terzo problema è costituito dall’uso di dizionari bilingui. In questo caso le soluzioni offerte non sono la spiegazione del senso dei fraseologismi, ma sono dei fraseologismi che, nelle intenzioni del compilatore, servirebbero a tradurre quelli nell’altra lingua. Dato che non esiste quasi mai una buona coincidenza di significato tra fraseologismi, è fortissimo il rischio di trovarne altri che hanno metafore diverse, significato diverso, e che non sono affatto adatti a determinati casi specifici.

Una volta riconosciuta e compresa l’espressione fraseologica, il compito ancora non è finito: anzi, si può dire che comincia proprio adesso. Si tratta di trovare un’espressione traducente.

Nei casi più fortunati, in due culture si è formato lo stesso fraseologismo basato sulla medesima metafora. È il caso dell’esempio appena fatto, «trovarsi tra l’incudine e il martello», che esiste anche:

in inglese: between hammer and anvil

in francese: entre l’enclume et le marteau

in russo : meždu molotom i nakoval´nej

in tedesco: zwischen Hammer und Amboss

in bulgaro: meždu čuk i nakovalnja2

e, presumo, in varie altre lingue. Questo tipo di traduzione si può effettuare in casi rari, quando ricorrono le possibilità e quando il fraseologismo è privo di una connotazione culturospecifica (che altrimenti andrebbe perduta, costituendo un residuo traduttivo, o una perdita).

In altri casi, il traduttore opta per un fraseologismo diverso, basato su una metafora diversa, che però, secondo il traduttore, convoglia lo stesso tipo di significato contestuale. Vlahov e Florin prendono come esempio i fraseologismi che significano «avere fortuna». Ecco alcuni casi:

italiano: nascere sotto la buona stella

italiano: essere nato con la camicia

francese: être né coiffé

inglese: to be born with a silver spoon in one’s mouth

inglese: thank one’s (lucky) stars

inglese: to be born with a cowl on one’s head

russo: rodit´sja v soročke, v rubaške

russo: rodit´sja pod sčastlěvoj zvezdój

In un testo connotativo può essere molto problematica la scelta di un fraseologismo traducente, perché l’intenzione dell’autore può essere quella di usare una determinata metafora (per esempio quella della stella, o della camicia), funzionale alla rete dei rimandi intratestuali, degli indizi volutamente disseminati per indurre il lettore modello a fare determinate congetture, e il fraseologismo reperito può spostare completamente il tenore della metafora, depistando il lettore del metatesto.

Se invece ciò che conta è trasportare soltanto il significato denotativo, per esempio il concetto di «mai» espresso per mezzo di un fraseologismo, si possono usare metafore diverse senza gravi problemi:

tedesco: wenn die Hunde mit dem Schwanz bellen (quando i cani si mettono ad abbaiare con la coda)

inglese: when the moon turns green cheese

russo: kogda rak na gore svistnet i ryba zapoet (quando il granchio fischia in montagna e il pesce si mette a cantare)

bulgaro: koga se pokači svinja s ž´´lti čehli na kruša (quando il maiale in pantofole gialle si arrampica sul pero)

italiano: alle calende greche

Esiste poi la possibilità di una traduzione non fraseologica di un fraseologismo. Questa scelta è preferita quando si pone come dominante dell’atto traduttivo il significato denotativo del fraseologismo, e si è disposti invece a scendere a compromessi per quanto riguarda l’aspetto del colorito espressivo, delle sfumature di significato, della connotazione e della forma aforistica.

In caso di resa non fraseologica, le possibilità sono due: si può optare per una traduzione lessicale o per un calco. La traduzione lessicale consiste nell’esplicitare con altre parole il significato denotativo del fraseologismo, lasciando che si perdano tutti gli aspetti stilistici e connotativi. Nel caso del fraseologismo «trovarsi tra l’incudine e il martello», una resa lessicale potrebbe essere «essere in una situazione scomoda, di tensione».

Il calco consiste invece nel tradurre il fraseologismo alla lettera in una cultura che non lo possiede come fraseologismo: in questo caso, però, il lettore della cultura ricevente percepisce il modo di dire come inconsueto e si pone il problema di interpretarlo in senso non letterale ma metaforico. Il calco ha il vantaggio di conservare intatti i rimandi di secondo grado, non denotativi, che quindi in una strategia autoriale possono essere di importanza essenziale. È vero che la ricostruzione del significato denotativo è invece lasciata alla capacità del lettore della cultura ricevente, ma è anche vero che la metafora è un meccanismo semiosico essenziale e primordiale, che quindi è proprio di tutte le culture.

 

Riferimenti Bibliografici

CANETTI ELIAS Die gerettete Zunge. - Die Fackel im Ohr. - Das Augenspiel, München, Carl Hanser Verlag, 1995, ISBN 3-446-18062-1.

CANETTI ELIAS La lingua salvata. Storia di una giovinezza, traduzione di Amina Pandolfi e Renata Colorni, Milano, Adelphi, 1980, ISBN 88-459-0417-2.

RECKER JA. I. Teorija perevoda i perevodčeskaja praktika, Moskvà, Meždunarodnye otnošenija, 1974.

VLAHOV S., FLORIN S., Neperovodimoe v perevode, Moskvà, Vysšaja škola, 1986.


1 Canetti 1980: 22.
2 Vlahov e Florin: 239.


 



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