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32 - I rimandi intertestuali

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«Ci scambiavamo anche alcune parole, poche però, e non so più in quale lingua. Ma lui aspettava me, prima di cominciare a tagliare la legna»1.

Uno dei fattori che interviene in modo più massiccio nell'attività traduttiva è quello dell'intertestualità. Il problema può essere accostato almeno da due prospettive. La prima è quella in base alla quale il rimando intertestuale è esso stesso un processo traduttivo, dotato di un metatesto (il rimando stesso) e di un prototesto (il testo a cui il rimando viene fatto). La seconda riguarda l'intertestualità presente nei testi tradotti e da tradurre e i relativi problemi di traducibilità culturale.

Comincio dalla prima prospettiva: il rimando intertestuale come processo traduttivo. Preferisco partire da un esempio concreto. Nell'articolo Our House Wasn't Dirty Enough?2, l'autrice descrive problemi che ha avuto con i figli allergici, e le raccomandazioni dei medici che la casa fosse pulita e priva di polvere. Nonostante le precauzioni, i figli hanno avuto crisi d'asma per molti anni, finché hanno superato il problema solo crescendo. Nel frattempo, altre teorie in campo allergologico sostengono che un po' di polvere nell'ambiente in cui vivono soggetti allergici può favorire la non insorgenza di allergie. L'autrice allora si rende conto di avere dedicato per anni attenzioni ai figli in un modo forse controproducente, e aspetta con scetticismo la prossima "scoperta" medica che rimetterà in crisi le "certezze" del momento. E fa questo commento:

But after years of watching theories come and go, I started taking them with a grain of dust.

La parte che ci interessa qui è l'ultima, «with a grain of dust». Naturalmente la traduzione che non tenesse conto dell'intertestualità di questo pezzo finale sarebbe una traduzione incomprensibile, priva di senso. Per comprendere la strategia che ha guidato l'autrice, e per tradurre in modo intelligibile il rimando intertestuale, occorre decifrarlo. E la decifrazione dei rimandi intertestuali parte quasi sempre da un elemento di stranezza, da un pezzo marcato.

Il metatesto di questa traduzione intertestuale compiuta da Denise Grady è quindi «with a grain of dust». Il compito che spetta al lettore, e al traduttore, è di ricostruire a ritroso quale possa essere stato il rispettivo prototesto a cui si fa il rimando implicito. Esiste una vera e propria tecnica traduttiva per venire a capo di questi problemi. Supponiamo che il traduttore si accorga dell'esistenza di qualcosa di strano in questa frase, ma non ravvisi che tipo di rimando possa essere. Una possibilità è inserire in un motore di ricerca la stringa tra virgolette «"with a grain of dust"», con la quale non si arriva a nessun risultato particolare. I dieci siti reperiti non dicono nulla di interessante al riguardo.

A questo punto bisogna supporre che sia un rimando impreciso, non una citazione completa, e quindi bisogna pensare a quale parte della stringa possa contenere un elemento diverso rispetto al prototesto. Un sospetto cade subito sulla parola «dust», che è molto pertinente con l'argomento dell'articolo, al punto da essere difficilmente anche molto pertinente con il prototesto. Si inserisce allora nel motore di ricerca la stringa virgolettata «"with a grain of"», e si ottengono non più dieci ma oltre millecinquecento risultati. Che sono rivelatori.

In effetti, nove testi su dieci completano la stringa nel medesimo modo, ossia con la parola «salt». Quindi, si può arguire, il prototesto è «with a grain of salt». Resta ancora da capire da dove sia tratto questo testo e quindi che cosa evochi nel testo da tradurre. Inserendo nel motore di ricerca «with a grain of salt», il prototesto completo, apprendiamo facilmente che si tratta della versione inglese di una frase latina, cum grano salis, tratta dalla Storia naturale di Plinio. Inoltre quasi tutte le occorrenze riportano, prima della stringa cercata, il verbo «take», ossia bisogna sempre "prendere qualcosa con un grano di sale", ed esaminando i co-testi delle varie occorrenze si scopre che questa frase significa più o meno accogliere una teoria, un concetto, con un minimo di diffidenza. Comunque, una volta giunti al prototesto latino della frase inglese, si può facilmente cercarlo in un dizionario di italiano. Il De Mauro, per esempio, al lemma «cum grano salis» spiega il significato come «con un po' di buon senso, con discernimento».

A questo punto si tratta di capire che senso ha sostituire al sale la polvere nel contesto di quell'articolo, ossia quale sia il senso della traduzione intertestuale. Un senso è senz'altro quello di rendere il testo spiritoso, ironico, e di richiamare l'attenzione di quei lettori che sono in grado di scavare sotto la superficie del testo per andare a caccia del rimando intertestuale, come abbiamo fatto qui. L'umorismo consiste nel fatto che il detto, con la polvere al posto del sale, resta riconoscibilissimo, e diventa calzante a pennello sull'argomento (polvere, allergie) trattato.

Non resta a questo punto che da decidere come tradurre in italiano tale rimando intertestuale (che è l'unica parte di questo processo traduttivo multiplo che comunemente viene presa in considerazione). Occorre innanzitutto avere presente in che modo è noto (se è noto) il detto in italiano, e come abbiamo visto dal dizionario è noto nella sua versione latina. E poi cercare il modo di modificarlo in modo da mantenerne la riconoscibilità, seppure con l'aggiunta dell'elemento "polvere". Una soluzione è, per esempio, «cum grano pulveris».

Da questo esempio si vede che quella che comunemente è chiamata «traduzione metatestuale» è in realtà una serie di processi traduttivi, con una serie di passaggi intermedi (metatesti per certi versi, prototesti per altri), come nello schema seguente:

Cum grano salis

(prototesto iniziale)

With a grain of salt

(metatesto di primo livello,

prototesto di secondo livello)

¯

With a grain of dust

(metatesto di secondo livello,

prototesto di terzo livello)

¯

effetto ironico all'interno del testo

(metatesto di terzo livello,

prototesto di quarto livello)

cum grano pulveris

(metatesto di quarto livello, finale)

Se si osserva questo schema, ci si accorge di un fatto abbastanza curioso: per il lettore che non sia anche traduttore, il processo interpretativo va a ritroso, dal centro dello schema fino al suo inizio. Per il lettore-traduttore, invece, il processo interpretativo va in due direzioni: la prima comune a quella del lettore, a ritroso fino al prototesto ultimo (riconoscibile come ultimo). Giunto a questo punto, il traduttore deve operare la propria mediazione culturale verso il metatesto finale, operando prima una traduzione del senso della presenza di tale intertesto (terzo livello) e quindi individuando una strategia traduttiva per renderlo nella cultura ricevente (quarto livello).

Perciò tradurre un rimando intertestuale significa tradurre un processo traduttivo: si giunge perciò a una, per così dire, traduzione di secondo grado, a una traduzione al quadrato. Nella prossima unità vedremo dove porta l'altra pista, quella della presenza di intertestualità nei testi tradotti, con relativi problemi di implicitezza ed esplicitezza dell'intertesto.

Riferimenti Bibliografici

CANETTI ELIAS Die gerettete Zunge. - Die Fackel im Ohr. - Das Augenspiel, München, Carl Hanser Verlag, 1995, ISBN 3-446-18062-1.

CANETTI ELIAS Die gerettete Zunge. - Die Fackel im Ohr. - Das Augenspiel, München, Carl Hanser Verlag, 1995, ISBN 3-446-18062-1.

CANETTI ELIAS La lingua salvata. Storia di una giovinezza, traduzione di Amina Pandolfi e Renata Colorni, Milano, Adelphi, 1980, ISBN 88-459-0417-2.


1 Canetti 1980: 25.
2 Grady 2001


 



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