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19 - Sottotitolaggio

«Le lettere che le scrivevo settimanalmente e in cui le raccontavo di tutto, culminavano nella firma ricca di orgogliosi svolazzi sotto la quale era scritto: «in spe poeta clarus»1.

Il sottotitolaggio è una forma di traduzione complessa, poiché comporta il trasferimento dalla lingua orale alla lingua scritta. Inoltre, in certi casi è una forma di traduzione intersemiotica.

Esistono due tipi di sottotitolaggio: quello che serve come ausilio fisico (per i sordi) e quello che serve come ausilio linguistico (per chi non ha molta dimestichezza con la lingua parlata nel testo audiovisivo). In certi casi, tale distinzione viene assimilata alla distinzione tra sottotitolaggio intralinguistico e interlinguistico, ma i due fenomeni non sempre collimano.

Sempre più diffusi sono infatti i sottotitoli come ausilio nella traduzione intralinguistica. Per chi ha qualche cognizione della lingua che viene parlata nel testo audiovisivo, ma non abbastanza da decifrare con facilità lo stesso testo nel parlato, il testo scritto viene in aiuto per collegare una pronuncia a una forma grafica, e anche per capire in che modo il suono va segmentato mentalmente in singole parole. È tipica di chi comincia a conoscere una lingua la difficoltà a stabilire dove finiscono e cominciano le parole. Spesso si registra la tendenza a far coincidere mentalmente le interruzioni tra parole con le pause del parlante dettate dai motivi più vari.

Si possono quindi individuare quattro tipi di sottotitolaggio:

  1. intralinguistico come ausilio fisico
  2. intralinguistico come ausilio linguistico
  3. interlinguistico come ausilio linguistico
  4. interlinguistico come ausilio fisico

Non è necessario ribadire che la traduzione intralinguistica e quella interlinguistica sono manifestazioni di uno stesso tipo di processo e hanno moltissime analogie. Alcuni studiosi si sono premurati di cercare di capire se e quando il sottotitolaggio possa essere considerato una forma di traduzione. Per chi aderisce ai princìpi della traduzione totale, la domanda non resta a lungo tale, poiché è evidente che si tratta comunque di una delle forme di traduzione contemplate da Jakobson fin dal 1959.

Dal punto di vista semiotico, la forma di traduzione audiovisiva più interessante è il sottotitolaggio come ausilio fisico, poiché si tratta di una traduzione mista intrasemiotica e intersemiotica. Vediamo in che modo.

Il discorso orale è formato da un testo – facilmente trascrivibile se non si hanno restrizioni spaziotemporali – e dai cosiddetti «tratti soprasegmentali», costituiti dall’intonazione, dalla pronuncia, dall’inflessione, dal tono, dal timbro e insomma da tutte le caratteristiche dell’esecuzione vocale di un (talora solo immaginario) "spartito" scritto. Pirandello si è espresso con molta chiarezza in questo senso:

Ebbene, quante volte un povero autore drammatico, assistendo alle prove d’un suo lavoro, non grida allo stesso modo: «No! così no!» torcendosi come a un supplizio, per il dispetto, per la rabbia, per il dolore di non veder rispondere la traduzione in realtà materiale, che dev’essere per forza altrui, alla concezione e a quell’esecuzione ideale che son sue, tutte sue?2

La recitazione – e più in generale il discorso orale – si configura come una delle tante esecuzioni possibili di uno stesso testo scritto. I sordi, pur potendo vedere la gestualità dell’attore, assistere alla sua corporeità e ai suoi movimenti espressivi, non possono percepire in che modo l’attore esegue in senso fonico il testo verbale dell’audiovisivo, perciò i sottotitoli devono fornire, oltre alla traduzione verbale del testo, anche una traduzione intersemiotica della parte fonica non verbale del prototesto.

Nei tipi di sottotitolaggio come ausilio linguistico, i tratti soprasegmentali del prototesto giungono a destinazione non tramite la mediazione dei sottotitoli, ma direttamente, perché – e questa è una differenza fondamentale rispetto al doppiaggio – la colonna sonora originale resta intatta e accessibile al fruitore.

Nei tipi di sottotitolaggio come ausilio fisico, si ha una traduzione verbale (interlinguistica o intralinguistica) accompagnata da una traduzione intersemiotica in cui si cerca di sintetizzare verbalmente un messaggio che altrimenti andrebbe perso. Sono i casi in cui il sottotitolo contiene espressioni come «musica di sottofondo» «rumore improvviso» «colpo secco» «schiocco di un bacio» ecc.

Questo stesso tipo di trasferimento dei tratti soprasegmentali fonici avviene anche nel doppiaggio, ma in quel caso è affidato alla reinterpretazione dell’attore doppiatore, reinterpretazione che comincia con il timbro vocale stesso del doppiatore.

Un’altra differenza fondamentale tra sottotitolaggio come ausilio fisico o come ausilio linguistico sta nella sua natura supplementare o complementare rispetto al prototesto. E questa gradazione della complementarità è collocabile lungo il continuum adeguatezza / accettabilità.

Se definiamo «traduzione adeguata» quella che, per rispettare al massimo il potenziale espressivo del prototesto, richiede al fruitore uno sforzo grande – in termini sia cognitivi sia di elasticità culturale – per riuscire ad avvicinarsi al testo intatto, anziché chiedere al testo di avvicinarsi al fruitore, la «traduzione accettabile» è quella che richiede lo sforzo minimo al fruitore, e che d’altra parte riesce a ottenere questo "risparmio energetico" conservando meno bene le caratteristiche culturali e linguistiche del prototesto.

Su questa base, è possibile fare una gerarchia dei tipi di mediazione audiovisiva partendo dalla mediazione più adeguata fino a giungere a quella più accettabile:

  1. sottotitolaggio intralinguistico come ausilio linguistico; è una forma complementare di traduzione, in cui il prototesto è intatto e il sottotitolaggio ha il solo scopo di facilitare la fruizione del prototesto così com’è;
  2. sottotitolaggio interlinguistico come ausilio linguistico; è una forma mista complementare e supplementare di traduzione, in cui il prototesto è intatto ma il sottotitolaggio non ha il solo scopo di facilitare la fruizione del prototesto così com’è, perché fornisce anche un’interpretazione scritta interlinguistica dei dialoghi; ciò che facilita quindi, più che la decifrazione dei dialoghi in quanto tali nella lingua in cui sono, è la comprensione del loro contenuto semantico;
  3. voice over; è una forma mista complementare e supplementare di traduzione, in cui il prototesto visivo è intatto (ma un poco nascosto), e il testo tradotto ha lo scopo di facilitare la fruizione del prototesto così com’è; non facilita la decifrazione dei dialoghi in quanto tali nella lingua in cui sono, ma soltanto la comprensione del loro contenuto semantico;
  4. sottotitolaggio intralinguistico come ausilio fisico; è una forma mista complementare e supplementare di traduzione, in cui il prototesto visivo è intatto ma quello uditivo manca, e il sottotitolaggio non ha il solo scopo di facilitare la fruizione del prototesto così com’è, perché fornisce anche un’interpretazione scritta intralinguistica dei dialoghi; non facilita affatto la decifrazione dei dialoghi in quanto tali nella lingua in cui sono, ma soltanto la comprensione del loro contenuto semantico;
  5. sottotitolaggio interlinguistico come ausilio fisico; è una forma mista complementare e supplementare di traduzione, in cui il prototesto visivo è intatto ma quello uditivo manca, e il sottotitolaggio non ha lo scopo di facilitare la fruizione del prototesto così com’è, perché fornisce anche un’interpretazione scritta interlinguistica dei dialoghi; non facilita affatto la decifrazione dei dialoghi in quanto tali nella lingua in cui sono, ma soltanto la comprensione del loro contenuto semantico in un’altra lingua;
  6. doppiaggio; è una forma supplementare di traduzione, poiché il prototesto verbale è completamente soppresso; lo scopo non è la facilitazione della decifrazione o della comprensione dei dialoghi, ma la loro sostituzione con dialoghi comprensibili al fruitore.

 

Riferimenti Bibliografici

CANETTI ELIAS Die gerettete Zunge. - Die Fackel im Ohr. - Das Augenspiel, München, Carl Hanser Verlag, 1995, ISBN 3-446-18062-1.

CANETTI ELIAS La lingua salvata. Storia di una giovinezza, traduzione di Amina Pandolfi e Renata Colorni, Milano, Adelphi, 1980, ISBN 88-459-0417-2.

DE LINDE ZOé e KAY NEIL The Semiotics of Subtitling, Manchester, St. Jerome, 1999, ISBN 1-900650-18-5.

IVARSSON MARY CARROLL Subtitling, Simrishamn, Transedit HB, 1998, ISBN 91-971799-2-2.

PIRANDELLO L., Illustratori, attori e traduttori (1908), in Saggi, a cura di Manlio Lo Vecchio Musti, Milano, Mondadori, 1939, p. 227-246.


1 Canetti 1980: 265.
2 Pirandello 1908: 237.