27 - Wordfast
«Ebbene, questo caso, considerato congiuntamente al resto della mia esperienza, è stato molto istruttivo; ha mostrato, come fosse in traduzioni poliglotte, i modi diversi in cui l’apparato psichico reagisce alla stessa idea eccitante»1.
Ora che abbiamo concluso le operazioni preliminari, vediamo come concretamente si lavora con Wordfast. Il documento da tradurre deve essere in formato elettronico. Se il cliente ha fornito il testo già in questa forma, è dunque già pronto per la lavorazione. Se invece il testo è soltanto in formato stampato (ma questo avviene sempre più di rado), occorre prima scandirlo elettronicamente e applicare alle immagini della scansione un programma di riconoscimento ottico dei caratteri, in modo tale da trasformare la fotografia della pagina in un file di testo.
Una volta aperto il documento da tradurre, occorre cliccare sull’icona «Next» , oppure premere la corrispondente combinazione di tasti Alt-freccia in basso. Compaiono due riquadri colorati: quello contenente la prima frase del prototesto è di colore azzurro, e sotto se ne trova un altro, che, normalmente, quando la memoria di traduzione con cui si sta lavorando è vuota, è grigio (ed è vuoto). Intorno ai due riquadri compaiono alcuni caratteri strani in colore viola come questo
Si tratta di codici che fanno parte del programma e non sono di interesse per il traduttore. Per permettere la loro visualizzazione, Wordfast attiva automaticamente l’opzione di Word «Mostra caratteri nascosti»: è bene che il traduttore non disattivi tale opzione, perché altrimenti corre il rischio di cancellare involontariamente tali caratteri, essenziali per il funzionamento della memoria di traduzione.
Il cursore è collocato già nel riquadro inferiore, perciò il traduttore può comodamente scrivere la traduzione della frase. Il fatto che il segmento del prototesto sia graficamente ben delineato permette di non fare errori di distrazione e di concentrare l’attenzione senza difficoltà sulla porzione di testo giusta.
Durante la digitazione del metatesto, non bisogna mai premere né il tasto del tabulatore né il tasto per andare a capo né le interruzioni di pagina: Wordfast riproduce con precisione tutti questi comandi se sono già presenti nel prototesto. Quando la frase tradotta è completa (anche se potenzialmente da revisionare in un secondo tempo), cliccare nuovamente sull’icona «Next» , oppure premere la corrispondente combinazione di tasti Alt-freccia in basso. A questo punto compaiono nuovamente due riquadri, uno azzurro contenente il segmento del prototesto e un altro inferiore per la collocazione del metatesto. Si procede così fino alla fine della traduzione. Quando si giunge alla fine del testo, il programma chiude automaticamente la sessione. Se invece si desidera chiudere Word e uscire prima di avere ultimato la traduzione del testo, occorre cliccare sull’icona «End» oppure premere sulla corrispondente combinazione di tasti, Alt-Fine. Non bisogna mai chiudere Word lasciando a metà una sessione di Wordfast, perché ciò può causare problemi all’applicazione.
Per la revisione, si procede in modo simile: si apre il documento, o ci si sposta all’inizio del documento se è già aperto, si clicca sull’icona «Next» , oppure si digita la corrispondente combinazione di tasti Alt-freccia in basso. A questo punto compaiono i due riquadri entrambi pieni, e quello inferiore è di colore verde chiaro. Ciò indica che il testo contenuto combacia perfettamente con un testo già immesso dal traduttore per tradurre una frase identica (infatti così è, e il traduttore lo sa bene, dato che l’ha appena immesso). Il cursore è all’inizio del segmento di metatesto contenuto nel riquadro verde. Ora si può procedere all’editing, avendo cura di non toccare i caratteri di controllo (quelli in viola) e, qualora lo si dovesse fare inavvertitamente, andando nel menu Modifica sull’opzione Annulla di Word per annullare l’ultima o le ultime azioni.
Ultimato l’editing, se il testo non è alla fine, cliccare sull’icona «End» oppure premere sulla corrispondente combinazione di tasti, Alt-Fine.
A questo punto il lavoro è finito, però il file contiene ancora i due testi (prototesto e metatesto) nelle "gabbie" di caratteri di controllo viola, dunque risulta difficilmente consultabile da parte di un lettore estraneo a Wordfast. Per renderlo "normale", ossia per cancellare i segmenti del prototesto e i caratteri di controllo, occorre procedere al clean-up o pulizia. Questa operazione permette anche (volendo) di aggiornare la memoria di traduzione con tutte le coppie di segmenti presenti nel testo tradotto.
Per farlo, cliccare sull’icona «Wordfast» . Si apre il corrispondente menu, che contiene questa interfaccia:
Cliccare su «Tools» [strumenti]: compare questa immagine:
Nel riquadro bianco sono elencati tutti i file di Word aperti in quel dato momento. Cliccare sul file da ripulire, in modo che resti lo spunto soltanto nel quadratino corrispondente. Cliccare nuovamente su «Tools» (la scritta che c’è nella seconda riga, non quella sulla prima riga) e quindi scegliere «Clean-up». Ora il programma lavora per un po’ di tempo (qualche secondo o alcuni minuti, a seconda della lunghezza del file e della potenza del computer) e quando finisce compare un riquadro che chiede se si desidera aggiornare la memoria di traduzione:
«Update memory?» Tale opzione riguarda soltanto coloro che possono eventualmente avere effettuato l’editing del documento senza aprire e chiudere i vari segmenti.
Ora la traduzione è pronta. Naturalmente questa prima illustrazione del funzionamento non entra nei numerosi dettagli possibili che rendono tale lavoro molto più raffinato e complesso di così. Lo vedremo nelle prossime unità, e vedremo anche in che modo tale modalità di lavoro ha un impatto sulla qualità del processo.
Riferimenti Bibliografici
FREUD SIGMUND L’interpretazione dei sogni in Opere vol. 3 Torino Boringhieri a cura di C. L. Musatti 1966.
FREUD SIGMUND The Interpretation Of Dreams translated by A. A. Brill London G. Allen & company 1913.
CHAMPOLLION YVES Wordfast, disponibile nel world wide web all’indirizzo www.wordfast.org, consultato il 23 maggio 2004.
1 Freud 1900: 239.