«Los Stone no sólo asumían ser el modelo de los Alabaster, sino que querían encarnarlos [...]»1.
"The Stones not only assumed themselves to be the model of the Alabasters, but wanted to incarnate them [...]"2.
Sono molti i luoghi comuni e le generalizzazioni che avvolgono i discorsi sulla traduzione e li stringono tra le loro spire fino a soffocarli. Mancando una scienza della traduzione, per generazioni schiere di dilettanti hanno detto la loro sulle traduzioni a ruota libera applicando categorie prese in prestito da altre discipline, preconcetti sentiti da qualcuno in corridoio e presi subito per assiomi irrinunciabili e banalità varie. Nell'accingerci ad affrontare la parte del processo traduttivo che consiste nella produzione del testo tradotto o metatesto, prima di abbassare il cucchiaio della nostra scavatrice per cominciare i lavori di scavo delle fondamenta, cerchiamo di eliminare alcune larve di zanzara che si sono formati a pelo d'acqua sulle pozzanghere: adattamento, fedeltà, letteralità, libertà.
Il concetto di «adattamento» è tradizionalmente contrapposto a quello di «traduzione» quando si commenta sull'origine di un testo: «È una traduzione?» «No, è un adattamento». Nel parlare comune, questa risposta significa, di solito, che il testo non è stato sottoposto (soltanto) a traduzione interlinguistica, ma è anche stato volutamente ed esplicitamente manipolato, per esempio per uno dei seguenti motivi:
1) il prototesto era troppo lungo rispetto allo spazio a disposizione per il metatesto; il committente ha dunque esplicitamente richiesto una traduzione tagliata, e ha indicato il volume del metatesto desiderato; qualcuno potrebbe pensare che questa procedura sia limitata ai testi tecnici e informativi, ma posso testimoniare che è estesa anche ai testi letterari;
2) essendo il destinatario del metatesto un pubblico infantile, l'editore si fa carico di una concezione sociale (canone) di ciò che è "adatto" o "inadatto" a un bambino, e prepara un adattamento censurato in vari modi possibili: censura dei riferimenti sessuali, censura dei riferimenti violenti (solitamente solo fisici), censura delle parole "troppo difficili da pronunciare", censura politica di regime, censura su comportamenti considerati contrari alla pubblica morale ecc.
3) idem, pur essendo il testo dedicato a un pubblico adulto;
4) le caratteristiche culturali del pubblico del metatesto sono diverse al punto di richiedere una modifica sostanziale del contenuto del testo perché questo si adatti meglio alla realtà in cui verrà usato; quest'ultimo punto si riferisce soprattutto a testi di carattere pratico, istruzioni, funzionamento di macchine o programmi ecc.
Tutti questi tipi di adattamento rientrano a pieno titolo nelle traduzioni, poiché, come queste, sono caratterizzati dalla presenza di un prototesto o originale, di un metatesto o traduzione, di un modello di lettore e di una dominante con una gerarchia di sottodominanti.
D'altro canto, si può anche affermare che qualsiasi traduzione è anche un adattamento, benché le varie strategie traduttive concepiscano l'adattamento in termini molto diversi. Alla base della necessità di traduzione c'è necessità di adattamento, di esportazione-importazione di una cultura in un'altra. Il bisogno può derivare da problemi di comprensione del codice, e tale difficoltà di comprensione di codice può essere da attribuire a una scarsa o nulla conoscenza del codice (nella traduzione interlinguistica), a una diversa collocazione culturale pur all'interno dello stesso codice naturale (per esempio nella versione divulgativa di un testo scientifico); ma, al di là dei problemi di comprensione, può esservi l'esigenza di comunicare in modo diverso da quello previsto in origine, come nel caso della differenza di codice semiotico (per esempio nella versione filmica di un romanzo), o della differenza di esecuzione del medesimo codice semiotico (per esempio, la trascrizione per chitarra di un'opera musicale originariamente scritta per arpa).
Una differenza di principio tra «traduzione» e «adattamento» non esiste. Può essere di qualche utilità vedere, se intendiamo la traduzione come adattamento, in quanti modi sia possibile concepire l'adattamento di un testo scritto, cosa si debba adattare a cosa, chi si debba adattare a chi e perché. Nella parte precedente del corso, dedicata alla comprensione, alla lettura, all'interpretazione, l'aspetto "adattivo" della traduzione era prematuro, poiché comunque l'interpretazione, consapevole o inconsapevole, da parte del traduttore avviene indipendentemente dal modello di lettore che gli si pone in fase di stesura. Qui, nella parte sulla produzione del testo, il nodo viene subito al pettine.
Il traduttore è colui che si adatta al posto di un altro o, volendo, è colui che si adatta a pagamento. Il traduttore viene chiamato in causa quando, in un processo di mediazione culturale, una delle due parti in causa non ha l'energia o l'interesse o il desiderio di adattarsi all'altra. Nel caso dell'autore di un testo verbale scritto, raramente è possibile una sua produzione in più lingue, specialmente nel campo della letteratura. Uno dei casi più noti, quello di Vladìmir Nabókov, che ha tradotto proprie opere dal russo in inglese e viceversa, ha origine nell'insoddisfazione profonda dell'autore per le traduzioni delle sue opere realizzate da altri, e nell'esigenza di vedere comunque le proprie opere tradotte.
Molto più frequente, per ragioni di rapporti di forza, è il caso di lettori che imparano altre lingue per poter leggere in originale autori che non sono stati tradotti oppure sono stati tradotti in modo non del tutto soddisfacente.
Quando non accade né una cosa né l'altra, ossia nella maggior parte dei casi, si è in presenza di un prototesto e di un potenziale lettore, e occorre effettuare un adattamento di uno all'altro: o del testo al lettore, o del lettore al testo.
Cosa si intende per adattamento del lettore al testo? Generalmente, tutto ciò che rientra in questa categoria è riassumibile nel concetto di «metatesto» o apparato paratestuale. Un lettore può essere incapace di capire alcuni aspetti del testo per ignoranza di alcune caratteristiche culturali dell'ambiente che a quel testo ha dato origine. In questo caso, se si opera sul lettore e non sul testo, si può preparare un secondo testo, il metatesto, nel quale si danno informazioni e chiavi interpretative per gli elementi più oscuri. Prendiamo come esempio quello fatto da Dirk Delabastita nell'opera fondamentale There's a Double Tongue: quello delle creaking shoes (scarpe scricchiolanti) di Shakespeare nel King Lear.
Il non-detto del testo di Shakespeare è che, nella cultura elisabettiana, era di gran moda portare scarpe scricchiolanti. Quello che, a un lettore contemporaneo, potrebbe apparire come un difetto, è invece considerato dall'autore dell'opera un segno di distinzione e di aggiornata sensibilità verso il canone dell'abbigliamento. Nel caso in cui la strategia traduttiva opti per adattare il lettore al testo, si può pensare a un metatesto (una nota, una prefazione o altro) che informi il lettore di questo dato (come avviene, peraltro, ai lettori di questa unità del corso di traduzione).
(Qualora invece si optasse per adattare il testo al lettore, verrebbe modificato il testo, e al posto delle creaking shoes potrebbe essere collocato un elemento che, al modello di lettore contemporaneo, faccia pensare a un damerino.)
Adattamento del lettore al testo può significare - quantomeno in teoria - molte diverse strategie di conferimento al lettore potenziale di informazioni necessarie per la decodifica del testo. Per assurdo, un traduttore interlinguistico a cui venisse affidata una versione potrebbe, optando per la traduzione puramente metatestuale, astenersi da qualsiasi traduzione testuale e approntare per il lettore un manuale per imparare la lingua dell'originale. Come si vede da questo esempio, sulla scelta della strategia traduttiva pesa molto il giudizio che si può dare sulla disponibilità del lettore modello, sia in termini di desiderio sia in termini di tempo.
Riferimenti Bibliografici
DELABASTITA D. There's a Double Tongue. An Investigation into the Translation of Shakespeare Wordplay with Special Reference to Hamlet. Amsterdam-Atlanta (Georgia), Rodopi, 1993, ISBN 90-5183-495-0.
MARÍAS J. Negra espalda del tiempo, Punto de lectura, 2000 (edizione originale 1998), ISBN 84-663-0007-7.
MARÍAS J. Dark Back of Time, New York, New Directions, 2001 (translated by Esther Allen), ISBN 0-8112-1466-4.
1 Marías 2000, p. 134.