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ENGLISH TRANSLATION   

4. ANALISI MORFOLOGICA DELLE LOGICHE LINGUISTICHE: LINGUE CENTRIPETE E LINGUE CENTRIFUGHE. RADICE, ASSONANZA TEMATICA, MORFEMA, FONEMA, SEMANTEMA: L'ORGANIZZAZIONE DEL SENSO NELLE LINGUE LETTERARIE

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b) La morte del senso

Ogni lettura è una conversazione. Il primo livello della traduzione è la riorganizzazione individuale del senso intorno al 'monologo interiore' che, dentro ogni coscienza, esiste, come flusso mnestico, prima e dopo ogni discorso. Ogni volta che si legge, si legge il Finnegans' Wake di Joyce. Ogni lettura è uno stream of consciousness. Ogni traduzione, quindi, comporta un duplice livello di aporia: la coscienza essendo un discorso centripeto, ed il testo l'espressione centrifuga - in quanto 'narrativa' - di un discorso centripeto 'altro', è chiaro che ogni traduzione comporta la riduzione a sistema (alterazione semantica) di un sistema autosufficiente. Allo stesso modo, la lettura di una traduzione è l'elevazione al secondo grado di questa aporia. Se paragoniamo un testo ad un circuito elettrico, il problema dell'esattezza di ogni traduzione apparirà in tutta la sua equivoca connotazione. Così come noi non osserviamo il grafico di un circuito elettrico secondo la contemplazione disinteressata con cui osserviamo un'opera d'arte, allo stesso modo, di un testo in traduzione, ci interesserà il suo funzionamento: vale a dire, la maniera in cui un traduttore riesce a far procedere lungo un asse 'elettrico' i componenti del testo. Ogni traduzione è una 'ionizzazione' del testo; e come, in un circuito elettrico, il calore dell'energia altera chimicamente i componenti dello stesso, l'esigenza di risolvere la duplice aporia sopra delineata deve portare il traduttore a rifondere il significato veicolato dall'organizzazione del senso in un diverso, autosufficiente, centripeto sistema di segni. Se aggiungiamo che lo stesso pensiero umano è un processo chimico di ionizzazione cerebrale, appare chiaro che ogni traduzione descrive una mappa del pensiero in quanto sistema diacronico di segni reso sincronico da un'azione metamorfica attuata dentro i limiti del suo ecosistema. Questa azione si chiama 'interpretazione', ed è un atto vitale: l'immissione in un tempo ed uno spazio dato di questo organismo potenziale.Siccome nell'atto del nascere è insito il momento della morte (il 'non descritto' di ogni avventura esistenziale) è chiaro che in ogni traduzione l'errore - la perdita del senso - è implicito nella decisione stessa da cui l'atto del tradurre discende. Questo discorso risolve il quadro di incompatibilità sistemiche tra lingue che abbiamo delineato nella prima parte del nostro discorso.


 



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