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10. DIVENTARE L'ARTEFICE: IL TRADUTTORE COME ATTORE. COME RIPERCORRERE LE ESPERIENZE CULTURALI ED ESISTENZIALI CHE HANNO GENERATO L'OPERA LETTERARIA. IL PARADOSSO DI PIERRE MENARD, AUTORE DEL DON CHISCIOTTE, E LA RIFLESSIONE DI BORGES

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b) Le maschere del mito


Un traduttore dovrebbe dedicare un ampio spazio della propria riflessione alla differenza tra i miti antichi e quelli moderni. Tentiamone una classificazione.

  1. Il mito antico è rappresentazione fisica di un simbolo, 'scena' dell'inconscio; quello moderno, opera un processo contrario.

  2. I miti antichi sono 'stanziali': rappresentano nuclei di verità intorno a cui si sono consolidate le culture particolari delle città-stato (non a caso, per lo più si sono sviluppati intorno ai vari santuari); i miti moderni, invece, sono sempre 'miti di viaggio'.

  3. Il mito antico è 'iconico': il rapporto tra i suoi protagonisti si riassume nello spazio di quei bassorilievi antichi in cui i corpi formano un unico prospetto; nel mito moderno, invece, l'invenzione della prospettiva ha reso il campo di forze che si stabilisce tra i personaggi più importanti della stessa personalità armati della quale essi scendono nell'agone della storia.

"Siamo solo gli interpreti di interpretazioni", come dice Montaigne. Nel suo Le Antigoni, George Steiner delinea l'evolversi di un mito dalle sue radici antiche alle permutazioni del moderno senza perdere di vista l'evolversi del panorama psicologico. Una lettura fondamentale, per un traduttore.


 



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