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DIVENTARE L'ARTEFICE: IL TRADUTTORE COME ATTORE. COME RIPERCORRERE LE ESPERIENZE CULTURALI ED ESISTENZIALI CHE HANNO GENERATO L'OPERA LETTERARIA. IL PARADOSSO DI PIERRE MENARD, AUTORE DEL DON CHISCIOTTE, E LA RIFLESSIONE DI BORGES |
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b) Le maschere del mito
Un traduttore dovrebbe dedicare un ampio spazio della propria
riflessione alla differenza tra i miti antichi e quelli moderni. Tentiamone
una classificazione.
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Il mito antico è rappresentazione fisica di un simbolo, 'scena' dell'inconscio;
quello moderno, opera un processo contrario.
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I miti antichi sono 'stanziali': rappresentano nuclei di verità
intorno a cui si sono consolidate le culture particolari delle città-stato
(non a caso, per lo più si sono sviluppati intorno ai vari santuari); i miti
moderni, invece, sono sempre 'miti di viaggio'.
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Il mito antico è 'iconico': il rapporto tra i suoi protagonisti si riassume
nello spazio di quei bassorilievi antichi in cui i corpi formano un unico
prospetto; nel mito moderno, invece, l'invenzione della prospettiva ha reso
il campo di forze che si stabilisce tra i personaggi più importanti della stessa
personalità armati della quale essi scendono nell'agone della storia.
"Siamo solo gli interpreti di interpretazioni", come dice Montaigne.
Nel suo Le Antigoni, George Steiner delinea l'evolversi di un mito dalle sue
radici antiche alle permutazioni del moderno senza perdere di vista l'evolversi del
panorama psicologico. Una lettura fondamentale, per un traduttore.
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