d) L'eterna lotta tra il caso e la necessità
Il problema maggiore, nella traduzione letteraria, è dunque quello di rispettare lo specifico di
parole proprio ad ogni scrittore. La trasgressione è l'atto vitale della pratica narrativa, ma essa viene vissuta
come tale, da un lettore ipotetico, solo nell'ambito della langue all'interno della quale la sua esperienza si è
sempre mossa. Dunque, per tradurre letteratura, è necessaria l'edificazione di un triplice sistema di coerenze
interne:
a) Una coerenza primaria all'interno del testo (sistema di parole)
b) Una coerenza derivata all'interno del codice linguistico (sistema di langue)
c) Una coerenza secondaria all'interno del testo tradotto (sistema di langue derivata dal sistema di parole).
Il terzo livello non solo riassume in sé i due precedenti, ma veicola un processo di rifrazione del senso capace
di assurgere in se stesso a significato. Il lettore, insomma, coglie il grado di sintesi del terzo livello, che va,
quindi, antidogmaticamente perseguito anche a prescindere da ogni presupponenza di esattezza interlineare,
nell'ambito dei primi due livelli. Si può, anzi, sostenere che l'esattezza dei due primi livelli comporti
ipso facto l'inesattezza del terzo e, quindi, il fallimento dell'intero processo traduttivo.
A livello semiotico, riassumendo, ci siamo trovati alle prese con quella che Jacques Monod definisce, in Biologia,
"l'eterna lotta tra il Caso e la Necessità".
Solo dalla trasgressione rispetto al sistema 'lingua', infatti, sussunto dallo scrittore senza possibilità
di scelta, nasce la possibilità di trascendere il processo di significazione, e rifare delle parole "marcatori
di contesto" capaci di veicolare archetipi immaginativi, ed, attraverso di essi, emozioni. L'ambito semiotico,
costola della Linguistica di de Saussure, ci insegna come soltanto la fruizione del testo da parte del lettore
possa costituirsi a principio docimologico per valutare le qualità di una traduzione. Ancora una volta, la figura
del traduttore ne emerge come quella del primo e più profondo lettore del testo. In questo senso, ogni atto
traduttivo è un'operazione filologica; posto che, come diceva Nietzsche, "la filologia è l'arte di leggere
lentamente un testo".