Logos Multilingual Portal
ENGLISH TRANSLATION   

3. LA MESSA IN SCENA DEL PERSONAGGIO NELLE VARIE LETTERATURE

IndiceIndietroAvanti



c) Il problema del discorso indiretto libero

Il discorso indiretto libero è lo strumento più flessibile di cui possa disporre uno scrittore che voglia mettere in relazione un personaggio col mondo esteriore della finzione letteraria. Si posso dare due varianti: o il mondo esterno appare una proiezione delle fantasie del personaggio, o il mondo interiore del personaggio appare modellato sulle convenzioni del paesaggio esterno. Potremmo definire la prima variante "idillio discorsivo" e la seconda "discorsività elegiaca". L'idillio, a sua volta, può essere lirico o 'autistico', a seconda che il personaggio viva uno stato di simbiosi o di estraniazione con una realtà che via via lo accoglie o lo esclude. Il giovane Holden di Salinger presenta un interessante caso di sospensione tra queste due potenzialità, mentre L'avventuroso Simplicissimus di Grimmelhausen è l'archetipo della simbiosi. Allo stesso modo, il livello dell'elegia può connotarsi come sdegnoso rifiuto, con conseguente inazione - è il caso dell'Oblomov di Gonciarov e del Platonov di Cechov - oppure come dialettico conflitto, come è il caso del Raskolnikov di Delitto e castigo di Dostoevski, o ancora sarcastica caricatura dei gerghi dentro cui il mondo esterno viene soffocato: ed è il caso del Buon soldato Schweig di Jaroslav Hasek o del Portnoy, il personaggio-sosia di Philip Roth. In genere, tutti i personaggi che rappresentano il Doppio di uno scrittore rientrano in questa tipologia. Il traduttore dovra discriminare, nei diversi casi, i differenti registri linguistici che si presentano alla sua attenzione. Il pericolo, confondendo 'idillio' ed 'elegia', è quello di non cogliere i controtesti ironici che un testo può nascondere all'interno di un'apparente immedesimazione tra io narrante e situazione drammatica. Un caso limite, in cui un simile problema di discriminazione è risolto dalla stessa natura della vicenda, è il Robinson Crusoe, dove la posizione teologica non riguarda solo lo scrittore, ma anche l'Io narrante, la cui vicenda di naufrago si esprime attraverso il dar nomi alle piante e gli animali del suo personale mondo. Un caso opposto è quello di un libro come Le gesta ed opinioni del dottor Faustroll di Alfred Jarry, dove il linguaggio compenetra il discorso dei personaggi fino a sommergerlo in un dedalo di neologismi, onomatopee e radicali liberi, al punto che l'unico punto di vista centripeto, linguisticamente, risulta quello di una scimmia. Anche I fiori blu di Queneau pone molti problemi ad un traduttore, per la coincidenza, al suo interno, di messa in scena centripeta e centrifuga, dove i vari gerghi con cui si esprimono i personaggi coincidono sia con la loro funzionalità drammatica, sia con la loro definizione psicologica. Del resto. le opere letterarie in cui il linguaggio veicola ogni parametro rimangono, per un traduttore, la sfida più grande.


 



IndiceIndietroAvanti