b) Le barriere dell'assimilazione
1. L'aspetto. Con questo termine, in Greco antico si indica l'idea di permanenza,
nel modo in cui viene espressa del tempo verbale; nella nostra percezione grammaticale, equivale al rapporto tra
l'azione nel tempo passato e le sue conseguenze nel tempo presente. Potremmo definire l'aspetto come un
coefficiente con cui si esprime la modificazione dell'ambiente socio-culturale che una precedente azione
ha operato. In Greco antico, l'Aoristo esprimeva gli esiti presenti di una condizione che aveva avuto inizio
nel passato. Da esso deriva il Perfetto latino, da cui, pure, hanno origine tanto il Praeteritum tedesco che
il Past Continuous anglosassone. In Italiano e Francese, l'articolazione del periodo secondo il principio
della 'consecutio' caro alle accademie ha eliminato questa sfumatura. Ecco un primo grosso ostacolo
all'assimilazione tra queste culture.
2. Induttività vs Deduttività. Per lingue induttive intendo le lingue che enunciano gli elementi
fondamentali dell'assunto in tempo 'forte', fondando sulla monodirezionalità delle principali la loro
efficacia icastica; le lingue deduttive, al contrario, operano per 'aposiopesi': antepongono la qualità
caratterizzante di un fenomeno alla sua natura effettuale; quindi, prediligono le secondarie, che caricano
di potenzialità referenziali. L'opposizione tra Francese e Tedesco non potrebbe essere, in questo caso,
più netta.
3. Referenzialità implicita vs esplicita. Le lingue del primo tipo hanno un lessico 'conglobante'
la cui tendenza è quella di articolare il discorso intorno alle radici semantiche e tematiche; le seconde
sono 'lessicogeniche': vale a dire che creano livelli alternativi di senso conglobando ed assorbendo
registri lessicali diversi, validi ciascuno in un ambito diverso. Il senso del grottesco e della deformazione
parodica di cui danno prova Quevedo o Tirso da Molina nasce dal fatto che, in Spagnolo, questo gioco di registri
non congruenti, sovrapposti, domina l'intero sviluppo della lingua. Il Tedesco ottiene il grottesco solo per
imitazione di intonazioni ed accenti, non per vera creatività linguistica. In Francese, poeti come Jarry o
Queneau sono riusciti a sovvertire del tutto l'impostazione accademica della lingua ricorrendo a strategie di
decostruzione che sono tipiche del pensiero schizofrenico, comune sia ai selvaggi che ai bambini. Ma di
Surrealismo ne nasce uno ogni cinquecento anni... La cultura italiana ha dovuto combattere contro la deformazione
moralistica della Chiesa e l'impostazione codina dell'istruzione ufficiale, fino a che scrittori come Gadda,
Malerba, Tombari e Frassineti non hanno costruito, per 'falsa imitazione' dei codici ufficiali della Nazione -
burocratico, scolastico, scientifico, 'poetichese' - un rovesciamento di tutti i valori che ha reso anche
l'Italiano, per pochi decenni, lessicogenico ed improntato ad una referenzialità 'esplicita'.