b) Il calembour a caccia dei suoi fantasmi
Ne Le rane, Aristofane immagina che Euripide, nella
sua discesa verso gli Inferi, debba attraversare uno stagno popolato
da rane, le quali, non appena lo vedono, lo apostrofano così: "brekekex
coax coax". Si tratta del primo uso dell'onomatopea con intenti parodistici,
nella storia della letteratura. È chiaro, infatti, che Aristofane, "il
censore dei sofisti", vuole, in questo caso, connotare le lunghe 'tirate'
dei personaggi euripidei come scioglilingua senza senso. Dunque, parodisticamente,
invece di porsi in una prospettiva 'alta' (il certame poetico, la sfida oratoria,
così di moda ai suoi tempi) sceglie di abbassare il punto di vista fino ad un livello
subumano. La parodia, in questo caso, comporta un rovesciamento di piani linguistici.
Un caso opposto caratterizza l'inizio del Tristram Shandy di Sterne, il
cui protagonista viene concepito mentre suo padre critica la moglie per la
disattenzione da lei dimostrata nel caricare gli orologi di casa. Questa distrazione
fa sì che Tristram venga concepito come 'postilla', "exergo del tempo".
In un'età ossessionata dal tempo, simbolo dell'evoluzione umana, come l'Illuminismo,
accostare all'atto sessuale questa parodistica deformazione di ciò che John Donn dice
in merito ai "rintocchi dell'eterno" suona a beffa filosofica nei confronti degli Enciclopedisti.
Un terzo caso sviluppa un punto di vista intermedio, nel calembour, tra questi due
capovolgimenti totali. Alfred Jarry, oggi, è noto soltanto per l'Ubu Re; eppure, la
sua opera più geniale non è quella mostruosa scatologia teatrale, ma il manifesto della
"parafisica": Le gesta e le opinioni del dottor Faustroll, dove già il nome del protagonista
dichiara l'intenzione dell'autore di rovesciare il mito faustiano nella vana arrampicata
sui trampoli della logica tentata da un 'nano' (troll) dell'intelletto. Questa arrampicata
è detta, da Jarry, "parafisica", perché accosta una proposizione accanto (parà, in Greco)
ad un'altra, senza poter mai giungere ad una sintesi. Nessuna opera ha come questa portato
ai suoi limiti estremi la possibilità espressiva delle strutture linguistiche. Jarry decostruisce,
ricompone i fonemi, crea associazioni in rime burlesche e soprattutto stravolge qualsiasi virtù
propria al linguaggio di suggerire 'azioni'. Faustroll precisa, puntualizza, analizza, ma
l'unico personaggio che agisce è la sua gigantesca scimmia, che si limita a contrappuntare
il suo dotto discorso con un reiterato "ah, ah!".
I tre casi citati, muovendosi nell'ambito della caricatura di segno, comportano, per
il traduttore, un duplice processo: da un lato, l'assimilazione dei codici denegati
dal parodista; dall'altro, la translazione dei loro potenziali polemici nelle culture
di arrivo. Si tratterà, dunque, di individuare gli idola 'polemici' del proprio tempo,
ed adottarne gli stereotipi per poi ripeterli fino a rovesciarli di segno. Nel caso di
Aristofane, il processo è facilitato dalla capacità mitopoietica del commediografo; dopo
di lui, infatti, l'associazione tra le rane e la credulità popolare è divenuta proverbiale:
basti pensare ai Paralipomeni della Batracomiomachia di Leopardi. Il caso di Sterne è più
sottile: se un traduttore mettesse in scena il padre di Tristram mentre si accoppia davanti
alla consolle del suo computer, distratto dalla lettura delle e-mail che gli sono state inviate,
trovo che farebbe sì un abuso, ma renderebbe la parodia sistema di pensiero, e non fenomeno di
storia letteraria. Per Jarry, l'unica regola è quella di prendere a prestito il linguaggio
dissociato degli autistici, tenendo ben presente come, in simili operazioni parodistiche della
retorica elegante, occorre ideare una grammatica 'privata' tanto più rigorosa quanto più rimane
nascosta. La conoscenza di stornelli e non-sense infantili aiuterà molto il traduttore.