c) L'agudeza: per una teoria della maschera
Il principio della maschera attiene più al sarcasmo che all'umorismo.
Per connotarlo, ricorriamo ad un termine spagnolo: l'agudeza, che indica una comicità
di testa, analitica, capace di incuneare dei giunti cardanici nella fluidità del
discorso, per farne esplodere le contraddizioni insite nei suoi snodi. L'agudeza
di maschera richiede un costruzionismo indefettibile, e si situa, quindi, agli antipodi
rispetto allo 'slancio vitale' irresponsabile con cui il calembour di parodia ottiene
i suoi scopi.
Un caso canonico si trova nel Giulio Cesare di Shakespeare, nel punto in cui
Antonio mostra al popolo il cadavere di Cesare, infondendo in lui l'odio per
il suo assassino, Bruto, a forza di modulare il proprio discorso sulla ricorrente
apostrofe: "Dacché Bruto è per certo un uomo onesto". La maniera classica con cui
il necrologio è costruito, semplicemente, non sopporta quella esplicativa senza
caricarla di un senso di 'riflusso', di falso movimento, nel contesto
dell'argomentazione. Non per niente, abbiamo tradotto con "dacché" l'inglese
"for", il cui aspetto gergale e colloquiale, qui, apre una faglia nel discorso:
una faglia linguistica da cui fuoriesce un sentore di corruzione morale. In casi
come questi, se non si conosce l'oratoria di Demostene e Cicerone, è difficile
riuscire a rendere il punto di frattura della situazione drammaturgica.
Un caso opposto di agudeza è ben illustrato dall'inizio de La Metamorfosi
di Kafka. Che insetto è, quello in cui Gregor Samsa si ritrova trasformato?
Vladimir Nabokov, illustre entomologo, prima che scrittore, ha dimostrato trattarsi
di uno "scarabeo a corazza sezionata", e non uno scarafaggio, la cui corazza è
costituita da una sola cartilagine. La circostanza renderà la morte di Gregor - viene
colpito da una mela tiratagli dal padre, che gli rimane conficcata a metà del
dorso - un evento simbolico. La mela del peccato nasce dalla scissione interiore,
nell'uomo, tra pulsioni ed intelletto. Il particolare connotativo sottolineato,
nella prima frase del romanzo, da Kafka "Gregor Samsa, dopo essersi risvegliato
da sonni angosciosi, si ritrovò trasformato..." suggerisce, in più, come, a sognare,
sia l'intera umanità, entro quel dormitorio collettivo che si chiama "storia".
Anche qui, come in Sterne, il fattore tempo connota l'intero discorso; però, al
posto della parodia, che passa attraverso gli idioletti individuali, l'effetto
tragicomico viene ottenuto mediante una ricomposizione dell'intero immaginario
simbolico (le icone sacre) occidentale. In un simile contesto, se il traduttore
non si preoccupa di definire con estrema esattezza i particolari degli oggetti
iconici, l'intera impalcatura crolla. Un conteso iconico, infatti (maschera),
rispetto ad un contesto sistemico, vive della sua nettezza di tratti, e non della
progressione logico-analitica con cui il linguaggio, nei casi di retorica 'comica',
enuncia se stesso.
Un terzo caso dall'inquietante complessità è il discorso con cui Adrian Leverkühn,
il Dottor Faustus di Thomas Mann, si rivolge a tutti coloro che ha riunito in
casa propria per fargli ascoltare il suo oratorio Apocalypsis cum figuris. Il
discorso denuncia, in lui, una sifilide al terzo stadio, che gli ha compromesso i
centri nervosi; allo stesso tempo, è un segno della sua ormai totale identificazione
col diavolo, rispetto al quale, per tutta la propria vicenda umana, egli ha stabilito
una tensione dialettica. Il discorso è strutturato come 'maschera' del Tedesco di
Lutero, quello dei Salmi, e quello dei mistici del Cinquecento, da Meister Eckart a
Jacob Böhme. In vertiginosa prospettiva all'indietro, Mann coglie nell'annullamento
mistico del limite tra argomentazione e discorso il motivo della fascinazione demonica
sottesa alla cultura tedesca, e culminata, negli anni in cui fu scritto il romanzo,
nel Nazismo. Un traduttore, di fronte ad una simile distorsione 'di maschera', non
ha che una scelta: ripercorrere gli archetipi dell'estasi mistica comuni alla propria
cultura nazionale, e rovesciarli di segno. Nell'area italiana, Bonaventura da
Bagnoregio e Caterina da Siena, ma anche il Machiavelli del Belfagor, saranno i
modelli a cui fare riferimento.