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ENGLISH TRANSLATION   

8. IL LINGUAGGIO DEL CALEMBOUR, DEL WIT E DELL'AGUDEZA: IL COMICO E IL SATIRICO COME MARCATORI DI CONFINE TRA TRADUCIBILITÀ E INTRADUCIBILITÀ

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c) L'agudeza: per una teoria della maschera

Il principio della maschera attiene più al sarcasmo che all'umorismo. Per connotarlo, ricorriamo ad un termine spagnolo: l'agudeza, che indica una comicità di testa, analitica, capace di incuneare dei giunti cardanici nella fluidità del discorso, per farne esplodere le contraddizioni insite nei suoi snodi. L'agudeza di maschera richiede un costruzionismo indefettibile, e si situa, quindi, agli antipodi rispetto allo 'slancio vitale' irresponsabile con cui il calembour di parodia ottiene i suoi scopi.
Un caso canonico si trova nel Giulio Cesare di Shakespeare, nel punto in cui Antonio mostra al popolo il cadavere di Cesare, infondendo in lui l'odio per il suo assassino, Bruto, a forza di modulare il proprio discorso sulla ricorrente apostrofe: "Dacché Bruto è per certo un uomo onesto". La maniera classica con cui il necrologio è costruito, semplicemente, non sopporta quella esplicativa senza caricarla di un senso di 'riflusso', di falso movimento, nel contesto dell'argomentazione. Non per niente, abbiamo tradotto con "dacché" l'inglese "for", il cui aspetto gergale e colloquiale, qui, apre una faglia nel discorso: una faglia linguistica da cui fuoriesce un sentore di corruzione morale. In casi come questi, se non si conosce l'oratoria di Demostene e Cicerone, è difficile riuscire a rendere il punto di frattura della situazione drammaturgica.
Un caso opposto di agudeza è ben illustrato dall'inizio de La Metamorfosi di Kafka. Che insetto è, quello in cui Gregor Samsa si ritrova trasformato? Vladimir Nabokov, illustre entomologo, prima che scrittore, ha dimostrato trattarsi di uno "scarabeo a corazza sezionata", e non uno scarafaggio, la cui corazza è costituita da una sola cartilagine. La circostanza renderà la morte di Gregor - viene colpito da una mela tiratagli dal padre, che gli rimane conficcata a metà del dorso - un evento simbolico. La mela del peccato nasce dalla scissione interiore, nell'uomo, tra pulsioni ed intelletto. Il particolare connotativo sottolineato, nella prima frase del romanzo, da Kafka "Gregor Samsa, dopo essersi risvegliato da sonni angosciosi, si ritrovò trasformato..." suggerisce, in più, come, a sognare, sia l'intera umanità, entro quel dormitorio collettivo che si chiama "storia". Anche qui, come in Sterne, il fattore tempo connota l'intero discorso; però, al posto della parodia, che passa attraverso gli idioletti individuali, l'effetto tragicomico viene ottenuto mediante una ricomposizione dell'intero immaginario simbolico (le icone sacre) occidentale. In un simile contesto, se il traduttore non si preoccupa di definire con estrema esattezza i particolari degli oggetti iconici, l'intera impalcatura crolla. Un conteso iconico, infatti (maschera), rispetto ad un contesto sistemico, vive della sua nettezza di tratti, e non della progressione logico-analitica con cui il linguaggio, nei casi di retorica 'comica', enuncia se stesso.
Un terzo caso dall'inquietante complessità è il discorso con cui Adrian Leverkühn, il Dottor Faustus di Thomas Mann, si rivolge a tutti coloro che ha riunito in casa propria per fargli ascoltare il suo oratorio Apocalypsis cum figuris. Il discorso denuncia, in lui, una sifilide al terzo stadio, che gli ha compromesso i centri nervosi; allo stesso tempo, è un segno della sua ormai totale identificazione col diavolo, rispetto al quale, per tutta la propria vicenda umana, egli ha stabilito una tensione dialettica. Il discorso è strutturato come 'maschera' del Tedesco di Lutero, quello dei Salmi, e quello dei mistici del Cinquecento, da Meister Eckart a Jacob Böhme. In vertiginosa prospettiva all'indietro, Mann coglie nell'annullamento mistico del limite tra argomentazione e discorso il motivo della fascinazione demonica sottesa alla cultura tedesca, e culminata, negli anni in cui fu scritto il romanzo, nel Nazismo. Un traduttore, di fronte ad una simile distorsione 'di maschera', non ha che una scelta: ripercorrere gli archetipi dell'estasi mistica comuni alla propria cultura nazionale, e rovesciarli di segno. Nell'area italiana, Bonaventura da Bagnoregio e Caterina da Siena, ma anche il Machiavelli del Belfagor, saranno i modelli a cui fare riferimento.


 



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