d) Il wit: una 'civile' sfrenatezza
L'ironia si sviluppa all'insegna del wit, la 'freddura'
capace di spogliare una situazione della propria valenza drammatica. Prendiamo
a modello, ancora, Sterne. Ad un certo punto dell'azione, il protagonista si
infila in una serie di luoghi comuni sulla vita come preparazione alla morte in
fondo ai quali vediamo stagliarsi il profilo di Robert Burton, l'autore della
Anatomia della Melanconia. Al momento di illustrare la propria epigrafe funebre,
Tristram si limita ad aggiungere al romanzo una pagina tutta nera, o meglio,
"marmorizzata", come dice lui. Ecco una prima modalità del wit: ridurre alla
banalità delle cose quotidiane ciò che, se trasportato nelle regioni astratte
del linguaggio, sviluppa sempre una propria aura sacrale. Gli incisi brevi, la
punteggiatura sentenziosa (esiste, una punteggiatura sentenziosa) la continua
sostituzione delle subordinate con 'espressivi' nessi coordinanti: tutto ciò
che, in Sterne, prepara l'effetto comico della pagina marmorizzata, passa
attraverso la seriosità del trattato filosofico. Si tratta, dunque, di scoprire,
cultura per cultura, quale modello abbia assunto la stessa posa tribunizia - e,
nel contempo, lo stesso valore 'perturbante', quanto a potenza, nell'inconscio
collettivo - a cui Burton è asceso nell'area anglosassone. In Italiano,
la struttura sintattica di Vico ed il 'nominalismo' impenitente di Marino
possono costituire una porta d'accesso soddisfacente. In Francia, ci vogliono
Racine e Boileau. In Germania, il primato di Lessing è indiscusso. In Spagna, è
più facile: la sottigliezza concettosa di Gongora può essere assunta con serena
franchezza.
Un esempio che riassume, nel segno del wit, tutto il nostro discorso, prende
le mosse da un brano di Chesterton, sicuramente uno dei massimi maestri del
genere che siano mai esistiti: "It is obvious that there is a great deal of
difference between being international and being cosmopolitan. All good men are
international. Nearly alla bad men are cosmopolitan". Qui vediamo all'opera
la seconda modalità del wit, opposta alla prima: il linguaggio come strumento
per negare realtà alle cose di tutti i giorni. L'effetto sul 'senso comune'
è dirompente: si viene portati a privare di ogni senso le discriminazioni
sociali, le qualità pubbliche di ogni individuo, il senso dell'onore che
sempre si accompagna agli aspetti sociali di un uomo. Attraverso l'ironia
antipatetica del wit, l'umorismo 'di maschera' e quello che, attraverso
la parodia, intende decostruire ogni contesto linguistico, si alleano contro
la mortificazione etica operata dai luoghi comuni. La pomposità con cui il
pregiudizio classista viene sviluppato rende chiaro a tutti quanti preconcetti
esistano in ogni giudizio di valore pure, linguisticamente, disciplinato.
"A great deal of difference" può essere reso con "un grande cimento
discriminatorio", se si vuole osservare fino in fondo quel retrogusto
di pomposità vittoriana di cui il brano si nutre. Alla fine, il tutto
si riduce ad una dialettica di vuoti nomi: qualcosa che appare come
un'estensione a tutto il contestualismo linguistico del "brekekek coax coax"
di aristofanesca memoria.